Situata nella porzione più nord-occidentale della Tunisia, al confine con l'Algeria, la regione della Krumiria costituisce il "cuore verde" del paese nordafricano, potendo beneficiare di un clima decisamente temperato per la presenza dei primi rilievi della catena dell'Atlante.
  Proprio per questa caratteristica, qui non si incontrano le vaste zone desertiche presahariane tipiche della fascia costiera della Tunisia del sud, ma un susseguirsi ininterrotto di boschi e macchie di sugheri, lecci e ginepri che nella parte più prossima alla costa lasciano il posto ad una campagna rigogliosa coltivata ancora con mezzi tradizionali, favorita dall'abbondanza di acqua proveniente dai numerosi torrenti che, scendendo dalle pendici dell'Atlante, viene raccolta nei numerosi "barrages", invasi di origine artificiale che costellano l'entroterra della regione.
  Un territorio così fertile è inevitabile che ospiti una grande quantità e varietà di specie di uccelli: proprio la densità a tratti incredibile (almeno per noi birders italiani) dell'avifauna (in particolare Passeriformi) è stata fonte di stupore e piacevole soddisfazione durante il soggiorno effettuato, insieme agli amici Pier Luigi Beraudo, Paolo Marotto e famiglie, tra il 15 ed il 20 giugno 2005.
  Di seguito le aree da noi visitate durante alcune escursioni di bw, a bordo di una "fiammante" Fiat Uno noleggiata per la bisogna. Va detto innanzitutto che la gente del luogo, fortunatamente non ancora intossicata dal turismo di massa, si è dimostrata sempre affabile e disponibile e sempre molto incuriosita (specie i bambini, in un caso anche la polizia..) nel vederci girare le campagne con binocoli, cannocchiali e macchine fotografiche.

Tabarka

  Il tratto di costa sul quale sorge la cittadina di Tabarka è divenuta solo recentemente meta del turismo europeo, conservando ancora -purtroppo crediamo non per molto tempo- ampi tratti incontaminati di duna e macchia mediterranea, con spiagge immacolate sulle quali pare non sia infrequente imbattersi nella Foca monaca.
  Già nelle immediate vicinanze del nostro hotel, era possibile effettuare interessanti osservazioni, sia di specie per noi inconsuete come i Bulbul comuni che di specie a noi più famigliari ma qui rappresentate da particolari sottospecie, come la ssp africana del Fringuello, dalla livrea decisamente particolare. Abbondanti Averla capirossa, Pigliamosche, Occhiocotto, Rondone pallido e Passera sarda, meno frequenti Cinciarella africana, Tortora delle palme e Canapino pallido.
  Lungo la costa, che sicuramente riserva incontri eccezionali durante i mesi invernali, abbiamo osservato Gabbiano corso, Berta maggiore e Falco della Regina, con un gruppo di una ventina di individui, tra cui alcuni magnifici in morfismo scuro, in caccia ed in pre-roost serale.
  Le osservazioni più interessanti le abbiamo compiute lungo una rigogliosa area retrodunale che ci ha offerto l'incontro in contemporanea con un fantastico Nibbio bianco (specie poco comune in Tunisia) che si è posato per parecchio tempo su un pino e la Ciagra testanera, scovata grazie al caratteristico ed esotico canto. Questa specie, affine alle Averle, si è rivelata piuttosto comune in questa zona, con almeno 3-4 individui osservati o sentiti a più riprese.

Nefza

  Poche decine di chilometri all'interno di Tabarka, la piana di Nefza si presenta come un ininterrotto susseguirsi di campi ondulati, filari ed incolti costellati dalle fioriture rosa degli oleandri. In ogni posto che ci si fermi per scrutare con il binocolo, voli e canti di Tortore, Gruccioni, Cappellacce, Merli, Saltimpali, Verdoni, Fanelli, Bulbul comuni e Strillozzi. Comune l'incontro con le Aquile minori, in netta prevalenza in morfismo chiaro, più localizzate le Poiane codabianca della sottospecie nordafricana cirtensis, per struttura e variabilità di piumaggio molto più simile alla Poiana comune che non alla rufinus tipica di Balcani e Medio Oriente.
  Una piccola pineta a ridosso di una cava di inerti ospitava un vociante dormitorio di migliaia di Passere sarde, per nulla intimorite dalla presenza, sugli stessi alberi, di un nido occupato da una coppia di Aquile minori. Il proprietario della cava, venuto a conoscenza della nostra nazionalità, ci raccontò che alcuni anni prima alcuni nostri connazionali armati di reti si procurarono "alcuni sacchi" di Passeri.....
  Tra le rocce, una coppia con giovani di Passero solitario, alcune Cappellacce di Thekla e, in cielo, il volo veloce di un Lanario, il passaggio di alcune decine di Nibbi bruni e di almeno una dozzina di Poiane codabianca.

Ain Draham

  La cittadina di Ain Draham, a circa 30 km da Tabarka, è posta a 800 m di quota ed è una rinomata stazione termale già conosciuta in epoca romana, meta di vacanza per molti tunisini, alcuni dei quali giungono fin qui appositamente per godere della vista invernale delle cime dell'Atlante imbiancate di neve. Situata sulle pendici del Djebel Bir (1.014 m), è circondata da imponenti foreste che attirano nei mesi invernali cacciatori di cinghiali da tutta Europa....
  Noi invece eravamo attirati dal Picchio di Levaillant, endemismo nordafricano molto simile al nostro Picchio verde, che riusciamo ad osservare in un paio di occasioni, nonostante l'impatto non felice con un clima nebbioso e freddo più simile ad ambienti centro europei che a luoghi africani.
  Tra le altre specie interessanti, Balia nera dell'Atlante, Picchio rosso maggiore (della ssp numidus con parti inferiori rosso sangue), Ghiandaia marina, Frosone, Luì bianco, Luì piccolo iberico, Canapino pallido, Ballerina gialla (specie molto localizzata in Tunisia) e Canapino comune.
  Le foreste del versante algerino dell'Atlante, alcune decine di chilometri più ad occidente e rigorosamente off-limit, ospitano le poche coppie conosciute del Picchio muratore della Kabylia, raro endemismo scoperto solamente nel 1975.

Ichkeul

  Situato a circa 80 km a est di Tabarka, il Parco Nazionale di Ichkeul è uno dei principali siti di svernamento dell'intero Paeartico Occidentale, con centinaia di migliaia di uccelli acquatici censiti annualmente. Classificato come sito Ramsar, Riserva della Biosfera e Patrimonio mondiale dell'Unesco, il lago di Ichkeul sta in realtà subendo nell'ultimo decennio una preoccupante modificazione del delicato ecosistema delle sue acque, private di buona parte dell'apporto degli affluenti a seguito della richiesta sempre più pressante di "barrages" per l'agricoltura. La conseguenza più evidente è la quasi totale scomparsa del canneto, a seguito dell'aumentata salinità delle acque per evaporazione, ed drastico calo degli effettivi di uccelli (soprattutto oche) presenti nei mesi invernali.
  La presenza quindi dell'Anatra marmorizzata e del Pollo sultano, qui nidificanti, risulta molto localizzata. Durante la nostra visita non ne abbiamo osservato nessun individuo, così come del Gobbo rugginoso, non nidificante ma presente in quasi tutti i mesi dell'anno, stante anche la difficoltà oggettiva nel riuscire a raggiungere siti ottimali di osservazione lungo il perimetro dell'enorme bacino (90 kmq), per nulla attrezzato con sentieri e segnaletica.   Pochi gli uccelli acquatici presenti (Spatole, Cormorani, Sgarze ciuffetto, Falchi di palude), mentre lungo un tratto semiasciutto abbiamo osservato Occhioni, Averla maggiore meridionale, numerose Calandrelle e Cutrettole della ssp. iberiae.
  Ben più interessanti le osservazioni effettuate ispezionando le pendici dello "Jebel Ichkeul", la collina rocciosa che domina il lago: abbondanti i Passeriformi tra cui Usignoli d'Africa, Canapini pallidi, Cappellacce di Thekla, Averle capirosse, Tortore delle palme, Monachelle, Monachelle nere, Passere lagie, Storni neri, Bigia grossa ed un fantastico maschio di Codirosso algerino.
  Tra i rapaci Biancone, Grillaio, Aquile minori ed una coppia di Aquile di Bonelli in volteggio sulla cima dello Jebel.
  Lungo la strada da Tabarka a Bizerte, poi, davvero impressionante il numero dei nidi di Cicogna bianca presenti, su piattaforme appositamente posizionate dal governo tunisino sui pali delle linee telefoniche ed elettriche oppure in assembramenti anche coloniali su vari tipi di edifici e costruzioni.
  
  In totale, le specie osservate sono state 108, a conferma della ricchezza avifaunistica dell'area, meritevole senza dubbio di una visita anche in periodo invernale.

Bibliografia

Oltre alle normali guide da campo sugli Uccelli del Paleartico, consiglio vivamente il recente e bellissimo "Oiseux de Tunisie" di Isenmann et al., SEOF Editions www.mnhn.fr/assoc/seof/