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3- Madonna del Pino

  Dalla piazza centrale di Demonte (Piazza Spada), si prende la strada -subito tortuosa- per il Vallone dell'Arma. Percorsi pochi chilometri, si raggiunge la piccola frazione di Fedio, che attraversiamo per intero svoltando a sinistra e mantenendo tale direzione fino a arrivare in vista della bianca chiesetta di Madonna del Pino (1.032 mt).
  Spaziando lo sguardo su tutta la valle e sulle alte pareti delle Punte Chiavardine, si capisce il perché questo sia l'"hot spot" per eccellenza per la migrazione dei rapaci. I Nibbi bruni sono i primi che, già nella seconda metà di luglio, iniziano il lungo percorso che li porterà nei quartieri di svernamento dell'Africa subsahariana. Il clou della migrazione arriva negli ultimi giorni di agosto, quando fanno la loro comparsa i Falchi pecchiaioli. In gruppi numerosi, composti frequentemente da svariate decine di individui, si alzano in volteggio sulle calde correnti ascensionali che sanno sapientemente trovare lungo i rilievi della valle. Oltre ai Falchi pecchiaioli, sono frequenti Cicogne nere e Cicogne bianche, Falchi di palude, Lodolai, Sparvieri, Poiane e, in settembre, numerosi Bianconi. Meno comune la comparsa di Nibbi reali, Albanelle minori, Falchi pescatori e Aquile minori; tra le rarità osservate, Falco della regina e Aquila anatraia minore.
  Tra i nidificanti, si possono incontrare Averla piccola, Ortolano, Luì bianco, Zigolo nero, Torcicollo, Pigliamosche, Codirosso, Picchio rosso minore e Frosone.
  Nei periodi di passo, si aggiungono a queste specie anche Calandro, Tottavilla, Balia nera, Bigiarella e Culbianco.
foto di B.Caula

4. Il Vallone dell'Arma

  Ritornati alla Frazione Fedio, preseguiamo la strada che si inoltra nel Vallone dell'Arma.
  Occorre premettere che, nei week-end estivi (luglio-agosto), la zona è molto frequentata da gitanti ed escursionisti; in questo periodo è quindi consigliabile una visita nei giorni infrasettimanali.
  Lentamente ma inesorabilmente saliamo di quota e, superata la fascia delle latifoglie, iniziamo ad attraversare un paesaggio tipicamente alpino, con prati sassosi e radi boschi di conifere. Lasciataci alle spalle l'ultima frazione abitata, si giunge in prossimità di un alpeggio, dove possiamo abbandonare la macchina e fare incontri interessanti. Siamo a 1.900 metri, quota che ci permette di avvistare specie tipicamente alpine come i Culbianchi, gli Spioncelli ed il più raro e magnifico Codirossone. Dagli ampi prati arriva il canto della Quaglia, che qui raggiunge quote elevate, in cielo è frequente l'Aquila reale, ed anche il Biancone si spinge fin quassù alla ricerca di rettili.

Il Culbianco raggiunge nelle aree sommitali densità molto elevate (foto M.Mendi) Sordone, Culbianco e Fringuello alpino sono le specie caratteristiche dell'area attorno al Colle del Mulo (foto B.Caula)

  Risaliamo in macchina e, fatti ancora alcuni chilometri, arriviamo ai 2.416 metri del Colle di Valcavera. La strada prosegue a destra verso la Valle Grana, noi continuiamo a piedi lungo la sterrata che attraversa un ampio e suggestivo "plateau" di rocce e prati con variopinte fioriture. A queste altitudini le specie sono poche ma di qualità: su tutte primeggia l'inconfondibile piumaggio del Fringuello alpino, ma anche Sordoni e Gracchi corallini non mancheranno di suscitare il nostro entusiasmo.
  Tra Culbianchi, Codirossi spazzacamino, Spioncelli e Fanelli non ci dimenticheremo di controllare il cielo sopra di noi, nella segreta speranza di veder comparire la sagoma del Gipeto, magari in volteggio contro lo spettacolare profilo della Rocca La Meja (2.831 mt).

"sbinocolando" verso Rocca la Meja, 2.831 mt (foto B.Caula) pascoli alpini al Colle della Bandia (foto B.Caula)

5. il Vallone dei Bagni

  Dopo Vinadio, in prossimità della frazione Pianche, si lascia la Statale e si risale seguendo l'indicazione per Bagni di Vinadio.
  Una volta raggiunta la frazione di S.Bernolfo, ci si può incamminare seguendo le indicazioni per il Lago di S.Bernolfo (1.900 metri), percorrendo un esteso bosco di conifere, in prevalenza Abeti rossi. Qui sarà facile incontrare varie specie di Paridi, in particolare Cincia dal ciuffo e Cincia bigia alpestre; sono presenti anche Rampichino alpestre, Verzellino, Tordela e Ciuffolotto. Del Picchio nero è più facile sentirne il forte e inconfondibile richiamo che vederne l'imponente sagoma nel folto del bosco; i suoi fori sono utilizzati dalla Civetta capogrosso, Strigide distribuito con buone densità.
  Oltre il bosco, tra i cespugli di Rododendro ed i radi Larici, ci si potrà imbattere nei canti di Bigiarella, Passera scopaiola, Zigolo muciatto e Codirosso spazzacamino.
  In ottobre e novembre, si può assistere alla migrazione dei grossi stormi di Colombacci, anche se, negli ultimi anni, i numeri sono meno importanti dei quasi 27.000 individui contati in un solo giorno dell'ottobre 1993 (R.Toffoli, P.Beraudo)!!
  Un altro interessante itinerario a piedi, più lungo ed impegnativo, risale lungo l'opposto versante in direzione dei Laghi Ischiator ed il Rifugio Migliorero (2.084 mt).