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Testo di Bruno Caula

Introduzione

  Riuscire a descrivere la Valle Stura in poco spazio è un'impresa certamente difficile. Molteplici e diversificati sono infatti gli ambienti che si possono incontrare risalendo la vallata lungo i 59 chilometri che separano Borgo San Dalmazzo dal Colle della Maddalena ed ognuno ospita un'avifauna in grado di soddisfare anche il birdwatcher più esigente.

  L'orientamento Sud-Ovest della Valle permette la coesistenza, sui due versanti orografici, di aspetti vegetazionali completamente opposti. Mentre da un lato si sviluppa un ambiente tipicamente alpino, con estesi boschi di Castagni e Faggi alle quote meno elevate e dense abetaie di Abete bianco nelle aree sommitali, il versante esposto a sud è caratterizzato da una vegetazione tipicamente termofila con Querce e Ginepri alternati a vaste aree cespugliate. Risalendo di quota, le pinete di Pino silvestre lasciano spazio alle laricete e poi alle praterie d'altitudine.

  L'ampio fondovalle offre poi un'ulteriore varietà di habitat, con un'agricoltura mantenuta con metodi tradizionali. Questo consente la sopravvivenza di numerose aree adatte alla sosta ed alla riproduzione di una ricca avifauna. Lo stesso non si può purtroppo dire per il Fiume Stura ed il suo greto, che sta pagando anni di irresponsabili captazioni e dannosi lavori di regimazione in alveo.

  Le numerose valli laterali che si sviluppano per diversi chilometri permettono di raggiungere altre aree di eccezionale interesse naturalistico.
  

Come arrivare

  L'accesso in Valle Stura non è assolutamente problematico: una volta arrivati a Cuneo (dall'autostrada A6 TO-SV, uscite di Mondovì o Marene), è sufficiente dirigersi a sud per pochi chilometri lungo la Strada Statale 21 in direzione di Borgo San Dalmazzo. Da qui, seguendo le indicazioni per il Colle della Maddalena, si possono raggiungere tutte le zone più interessanti.

  Dal versante francese, invece, si arriva in valle attraverso Larche e la Val Ubayette.
  

L'avifauna

  Da quanto esposto sopra, è facile immaginare che la grande varietà di ambienti ospiti una diversificata avifauna. L'estesa fascia altitudinale che passa dai 600 metri di Borgo San Dalmazzo agli oltre 3.000 metri del Monte Tenibres fa sì che, oltre alle specie tipicamente alpine, sono frequenti e ben distribuite specie a corologia prettamente mediterranea come Assiolo, Succiacapre, Biancone, Zigolo nero ed Ortolano.

  Alle già numerose specie residenti, poi, occorre aggiungere quelle migratrici. La Valle Stura, infatti, costituisce un importantissimo corridoio naturale per numerosi uccelli che, nella migrazione primaverile ed in quella postriproduttiva, raggiungono le zone di riproduzione o di svernamento. In particolare nei mesi autunnali, si possono osservare centinaia di rapaci transitare in zone oramai ben conosciute e costantemente monitorate dai rilevatori del Progetto Migrans. Anche i piccoli Passeriformi arrivano in gran numero, come testimoniano le catture della campagna di inanellamento del Progetto Alpi.

  Il periodo più propizio per una visita ad una o più zone è indubbiamente quello tardo primaverile, quando tutte le specie, anche quelle migratrici tardive, hanno raggiunto le zone di nidificazione e sono impegnate nelle attività riproduttive. Tutti i mesi dell'anno, comunque, offrono ottime possibilità di incontri interessanti, come vedremo meglio nella descrizione degli hot spot.
  

Gli Hot Spot

  Lungo un ideale percorso che risale la Valle dalle quote più basse fino alle aree sommitali, sono molte le aree meritevoli di una sosta.


1 - Gli Stagni di Moiola

  Questa piccola zona umida, frutto dell'attività estrattiva di una cava di inerti, si è nel corso degli anni naturalizzata con lo sviluppo di un esteso tifeto, frequentato in inverno da numerosi Migliarini di palude. Non annovera molte specie nidificanti (il Tuffetto raggiunge qui una della maggiori altitudini regionali) ma costituisce una delle pochissime aree di sosta per gli uccelli acquatici che penetrano in valle.
  Nella campagna circostante, caratterizzata da rade latifoglie con prati ed incolti, nidificano Averla piccola, Picchio rosso minore, Torcicollo e Zigolo nero. Falco pecchiaiolo, Poiana e Sparviere, rapaci nidificanti nei boschi circostanti, fanno sovente la loro comparsa, così come pure, anche se meno frequentemente, l'Aquila reale. Tra le presenze occasionali, sono da ricordare il Capovaccaio osservato nel 1999 e, nel 2000, il giovane Grifone originario del sito francese di reintroduzione del Verdon.
  Gli stagni si raggiungono immediatamente prima dell'abitato di Moiola, svoltando a sinistra in direzione della cava e percorrendone poi il lato sinistro. Va ricordato che l'interno della stessa è proprietà privata.

2 - La Piana di Aisone

  Appena superato il centro abitato di Demonte, imbocchiamo sulla sinistra la deviazione per la frazione Perdioni. Superato il fiume Stura, la strada si collega alla vecchia strada militare che, proseguendo verso monte, percorre l'ampio ed interessante fondovalle fino a raggiungere Vinadio. Varie strade e stradine permettono di addentrarci per una visita approfondita. Qui, ispezionando i campi ed i filari arborei, possiamo incontrare Codirossi, Ortolani, Zigoli gialli, Pigliamosche, Torcicolli, Upupe ed Averle piccole. Lo Stiaccino ha qui la minima altitudine distributiva in valle. Tra i rapaci nidificanti, oltre a Gheppio e Sparviere, si è aggiunto recentemente il Lodolaio, presenza assolutamente inconsueta nelle vallate alpine. Anche Astore e Pellegrino sfruttano la piana durante le loro battute di caccia, sostituiti nelle ore notturne da Gufo comune ed Allocco. Le calde serate estive risuonano del richiamo monotono dell'Assiolo e di quello trillato del Succiacapre.
  All'inizio della primavera, gruppi di Turdidi in migrazione si radunano per alimentarsi: Tordele, Tordi sasselli e bottacci, Cesene e Merli dal collare si aggirano tra i campi insieme a Pispole, Spioncelli e Ballerine. Gruccioni, Tottaville e Balie nere sono meno frequenti e di comparsa irregolare.
  Tutta l'area è dominata dall'imponente profilo delle Punte Chiavardine, che possiamo raggiungere attraverso il percorso successivo.

Pigliamosche, comune nidificante presso le frazioni del fondovalle (foto M.Mendi) L'ampio fondovalle con coltivi e filari arborei tra Demonte e Vinadio (foto B.Caula)