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Testo e foto di Paolo Marotto
hcmarott@tin.it

Gita Migrans: BARONNIES (Francia)
28/29 maggio 2005


Rémuzat è un posto strano...
Strano per noi cittadini che viviamo in accelerazione, che abbiamo nelle orecchie clacson e sirene, tutto il giorno.
Poi qualcuno ti porta in questo minuscolo paesino della Provenza, poche case in pietra a vista, affacciate sul fiume Oule.

Normalmente scendere da un pulman è la cosa più banale di questo mondo.
Non questa volta.
Calpestare quei pochi gradini di metallo è come attraversare una magica porta del tempo: dentro, il mondo un pò schiamazzante che ti sei portato appresso, fuori, improvvisamente, altre atmosfere, altre dimensioni.

D'un tratto sei nel regno dei grifoni, mondo che ha il ritmo lento dei loro battiti d'ali ed i colori delle cose sembrano scelti attentamente, tinta su tinta, per non creare contrasti troppo violenti.
E così trovi lo stesso colore caldo nei muri e nei tetti delle case, nelle rocce a strapiombo, nelle ali dei grifoni.
Tra le case basse, appoggiate una all'altra, c'è una quiete fatta di cinguettii di passeri e traiettorie di rondini.
Quiete antica, fiorita di sorrisi e di gerani, voli saettanti di balestrucci e cavedani immobili nell'ombra del ponte.
Nell'acqua bassa del fiume si riflettono alte falesie, a strapiombo sulla valle, che, tuttavia, non chiudono lo sguardo ma fanno rimbalzare una luce da estate mediterranea, da dipinto impressionista, luminosa, che senti, calda, sulla pelle.
Le pareti di roccia sono un intarsio continuo di sporgenze, piccole cavità, balconate pressoché irraggiungibili, se non hai le ali, se non cavalchi il vento.
E noi siamo, senza speranza, creature di terra, prigionieri del suolo, appesantiti da zavorre di zaini e cannocchiali.
Puoi solo lanciare lo sguardo verso l'alto, lasciandoti catturare dall'azzurro del cielo di Francia, dallo scenario imponente di quelle pareti verticali.

E lì, prima o poi, incontri i voli dei grifoni.

Passano e ripassano davanti alle rocce, scivolano sui crinali, roteano nelle termiche come aquiloni volteggianti, immensi, ancestrali, con il fascino delle invenzioni antiche, con l'eleganza innata di creature nobili, con la calma del tempo che abbiamo perduto.
Scompaiono e ricompaiono, isolati o in gruppi giostranti, dentro grandi viti d'aria calda, per rendere vivo un cielo di cobalto.
Cielo senza nuvole, sciolte, forse, nei bianchi piumini che ci nevicano tutt'intorno.

La guide francesi hanno gli occhi luminosi degli amanti mentre narrano la storia dei "Vautours fouves" che hanno restituito al cielo.
E tentano anche loro di volare, come fanno i bambini, dipingendo ali d'avvoltoio sulle magliette che portano addosso.
Ma volare non ci è concesso, ed è solo con le nostre gambe e con l'aiuto di un pulmino da "figli dei fiori" che possiamo salire fin dove osano i grifoni.

E ancora un altro mondo si apre ai nostri sguardi.

Mentre dal paese la cima delle falesie sembrava irraggiungibile, dal lato opposto una stradina stretta s'arrampica fino ad una sorta d'altopiano gradevolmente collinoso, verdissimo, che è un'esplosione di fioriture e di canti d'uccelli.
Timo, Lavanda, Lino e piccole Orchidee accompagnano la nostra salita verso il punto più alto delle falesie.
Ma anche i semplici papaveri, riuniti in estese fioriture, offrono, nella luce pulita del mattino, uno spettacolo impossibile da ignorare.
Accesi dal sole sorridono al cielo e ad una piccola, commovente vecchietta che se ne sta seminascosta tra il verde.
L'abbazia di Bodon riposa i suoi 1500 anni di pietra curando i suoi fiori e ci osserva, serena, con lo stesso sguardo di chi ha visto passare milioni di farfalle, di uccelli e di nuvole.

E finalmente arriviamo sul ciglio dell'abisso, il bordo estremo della falesia, da dove il cielo si tuffa nella valle sottostante in un volo da brivido.
Le pareti chiare piombano a precipizio in un tumulto di anfratti, giù, fino al fiume ed al paese che paion, da qui, finzioni di vetro e cartapesta.

E i grifoni passano, come alianti immensi, sul confine verticale delle rocce.
Giocano nell'aria, proiettando le loro ombre scure ad accarezzare i prati di lavanda.
Riposano fieri sulle punte di roccia, ritti, come dentro agli stemmi degli araldi.
Ti guardano, quieti, poi, d'improvviso, allargano le ali al vento e si tuffano ancora dove non puoi seguirli.
Qui si tocca il cielo.
Qui non c'è scelta: se sei uomo devi fermarti, se sei grifone, o un poeta, devi volare.


Ennio Critelli

Note:
- Cliccare sui nomi scritti in verde per visualizzare le fotografie

Quest'anno le bellissime montagne delle Barronies - nel distretto della Drome in Francia - sono state la meta della Gita Ornitologica organizzata dal Parco delle Alpi Marittime. Queste montagne oltre ad offrire un paesaggio ricco di interessanti presenze floristiche, fossili e minerali, hanno la particolarità di ospitare una ricca colonia di grifoni. Il nostro campo base si trovava a Remuzat un piccolo paese a 450 metri di altitudine affacciato sulle limpidissime acque del fiume Eygues.

fontana a St.May

La Maison des Vatour è il piccolo museo gestito da una cooperativa di giovani guide di Remuzat. Qui si può assistere a proiezioni di video e fotografie, ed é possibile trovare tutto il materiale e le informazioni utili sulle montagne e la natura della zona.
Volendo si possono organizzare gite con accompagnatori esperti.
A farla da padroni comunque a Remuzat sono gli avvoltoi, presenti con ben tre specie:

Il grifone (Gyp fulvus) estinto sulle Barronies da più di un secolo, ora è di nuovo presente.
E' tornato a riprodursi con regolarità grazie ad un progetto di reintroduzione iniziato nel 1987 dall'associazione "Vantour en Barronies".
Associazione che tuttora si occupa di rifornire i carnai per l'alimentazione degli animali.

L'avvoltoio monaco (Aegypius monachus)
Anche per questa specie è in atto un progetto di reintroduzione. Attualmente è presente con alcuni individui nella zona.

Il capovaccaio (Neophron percnopterus) sta ricolonizzando spontaneamente la zona ed è possibile osservarlo volteggiare con una certa frequenza insieme ai grifoni.

Raggiungiamo Remuzat in tarda mattinata.
Subito il nostro sguardo viene attratto lassù, verso l'imponente parete che si staglia di fronte al paese.
I binocoli scrutano ansiosi il confine tra l'azzurro profondo del cielo ed il biancore abbagliante del calcare e subito inquadrano uno dopo l'altro diversi grifoni che giocano nel vento sfruttando le termiche a ridosso della parete. Anche un maestoso avvoltoio monaco sorvola il nostro gruppo.
Il volo degli avvoltoi, e dei rapaci in generale, è uno degli spettacoli più affascinante che la natura possa regalare ed è inevitabile restarne incantati ogni volta.
Dopo una rapida spesa nel locale supermarket, al fine di garantirci un discreto apporto calorico per le sgambate in programma, siamo pronti per la nostra prima tappa: le pareti a valle del paese di St.May.
Ci fermiamo sotto l'ombra di un grande
pioppo in mezzo a ciliegi carichi di rosse prelibatezze... ma non siamo qui per cadere in peccaminose tentazioni.. siamo qui per loro... per gli incontrastrati padroni dell'aria che sonnecchiano nei pressi dei loro nidi al riparo delle rocce e che a dire il vero imponenti e regali, quando sono posati a terra, non sono neppure poi tanto.
Goffamente appoggiati sulle cengie procedono con ridicoli balzi verso il nido dove un "terribile" pulcino, dal peso di alcuni chili, attende affamato un rigurgito.
Al tramonto mi è capito di osservarli camminare lungo i pendii, in fila indiana, mentre cercano un posto tranquillo per passare la notte; con quel loro passo ondulante e la testa incassata tra le spalle assomigliano ad una un processione di monaci che stancamente si ritira dopo un giorno di duro lavoro nei campi.
Ed alcuni monaci in effetti ci sono, ma sono avvoltoi, e volteggiano lassù insieme ai grifoni ed ad uno stupendo capovaccaio che si lascia inquadrare a lungo dai nostri binocoli.

Il nostro programma prevede ora un'escursione al fiume dei castori: l'Eygues.
Prima ci fermiamo ancora ad osservare una coppia di rondini rossicce che stanno nidificando sotto una sporgenza di una falesia lungo il corso d'acqua.
In questa distretto vivono ancora residue popolazioni di castori europei.
Percorrendo le sponde lungo alcuni corso d'acqua è possibile osservarne le tracce: rami tagliati che discendono la corrente, dispense di varie specie arboree disseminate lungo le rive.

La nostra guida ci spiega che il castoro di ogni essenza utilizza una parte diversa: di alcune ama cibarsi delle foglie mentre di altre ad esempio predilige la coreteccia.
E' un animale molto elusivo e si muove soprattutto di notte.
Osserviamo una vecchia tana dismessa e naturalmente i caratteristici ed enormi alberi abbattutti a colpi di affilatissimi denti. Denti che tranciano di netto rami della dimensione di un pollice...
Come sempre la natura sa stupire ed affascinare!
Rientriamo per la cena ma la giornata ci offre ancora la possibilità di una rapida uscita sotto le falesie per sperare di contattare almeno al canto il Gufo reale.
Il signore delle tenebre decide di non farsi sentire e lascia la nutrita corte a consolarsi con il canto di un lontanissimo assiolo, si sa i nobili son gente riservata e lunatica!
Si va a dormire! Domani ci aspetta una giornata di intense emozioni: saliremo fino in cima alla falesia e da lì potremmo ammirare il maestoso volo degli avvoltoi.
L'alba é chiara, famigliarmente mediterranea profumata di conifere e lavanda.
Un caratteristico furgoncino un pò sconquassato ma nostalgicamente hippy è il nostro mezzo per raggiungere il punto partenza del percorso; un bellissimo bimbo biondo fa da secondo pilota.
Prendiamo posto sul retro del furgone comodamente seduti su un vecchio sofà e ci inerpichiamo lungo la salita.
La vista da lassù è veramente bella...
Campi di lavanda intercalati al biondo del grano, mandorli e prati verde smeraldo punteggiati dal rosso intenso dei papaveri e dall'azzurro della salvia dei prati, i fiori gialli delle ginestre il celeste del lino, il verde scuro dei ginepri, contrastano con il bianco abbagliante delle pareti calcaree, l'azzurro del cielo con il primo caldo sole estivo... sembra di essere immersi in un grande quadro impressionista.
La luce regala sensazioni di grande intensità.
Subito osserviamo un calandro, diverse averle piccole ed una coppia di bigie grosse.

il riposo di una delle nostre guide

Proseguiamo sulla comoda carrareccia sterrata e dopo circa 2 ore di cammino, con frequenti soste per fotografie ed interessanti osservazioni: ortolani, tottaville, sterpazzole, sterpazzoline e occhiocotti, raggiungiamo la sommità della falesia...
Sotto di noi volteggiano decine di grifoni, altri sono posati sulle sporgenze calcaree nei pressi dei nidi, è uno spettacolo mozzafiato!
Altri due avvoltoi monaci, un'aquila reale alcuni nibbi bruni passano sotto di noi... restiamo immobili ad osservarli per decine di minuti...

Pranziamo al sacco all'ombra delle querce e poi saliamo ancora per alcune centinaia di metri per un'altra sosta con vista panoramica su tutta la valle della Drome.

Ripercorrendo un ampio anello ritroniamo sulla strada che avevamo lasciato all'andata, stanchi ma felici ci concediamo qualche scatto per le foto ricordo.
Negli occhi ancora l'immagine dei grifoni che si lanciano nel vuoto dalle pareti e la valle la sotto.
Ci scambiamo impressioni ed emozioni all'ombra di un grande platano sorseggiando una meritata birra fresca.
Un'altra indimenticabile esperienza...

La valle del'Eygues
la ricarica

Un sentito ringraziamento a Luca Giraudo, impeccabile organizzatore ed anima del progetto Migrans nella nostra provincia (e non solo) e al Parco Naturale delle Alpi Marittime.
Un grazie anche all'affiatatissimo gruppo "osservatori Migrans" per la simpatia e l'entusiasmo.


Check List delle osservazioni

AIRONE CENERINO
NIBBIO BRUNO
AVVOLTOIO MONACO
CAPOVACCAIO
BIANCONE
SPARVIERE
POIANA
GHEPPIO
GRIFONE
AQUILA REALE
PERNICE ROSSA
COLOMBACCIO
TORTORA DAL COLLARE OR.
ASSIOLO
RONDONE
RONDONE MAGGIORE
GRUCCIONE
UPUPA
TORCICOLLO
PICCHIO VERDE
PICCHIO ROSSO MAGGIORE
ALLODOLA
TOTTAVILLA
RONDINE MONTANA
RONDINE
RONDINE ROSSICCIA
BALESTRUCCIO
CALANDRO
PRISPOLONE
BALLERINA BIANCA
BALLERINA GIALLA
SCRICCIOLO
PETTIROSSO
CODIROSSO SPAZZACAMINO
CODIROSSO
SALTIMPALO
CULBIANCO
PASSERO SOLITARIO
MERLO
BIGIA GROSSA
SPERPAZZOLINA
STERPAZZOLA
OCCHIOCOTTO
LUI' PICCOLO
FIORRANCINO
PIGLIAMOSCHE
CODIBUGNOLO
CINCIALLEGRA
CINCIARELLA
RAMPICHINO
AVERLA PICCOLA
FRINGUELLO
FANELLO
VERZELLINO
CARDELLINO
GHIANDAIA
GAZZA
CORNACCHIA NERA
CORVO IMPERIALE
STORNO
PASSERA OLTREMONTANA
ZIGOLO NERO
ORTOLANO