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Testo e foto di Barale Simona

PERU' 01/08/2003 - 22/08/2003

Cercherò di non dilungarmi troppo nonostante la gran quantità di immagini e ricordi che mi legano a questo splendido paese caratterizzato da una varietà di paesaggi impressionante e da gente cordiale e disponibile.
Ho potuto spaziare dal deserto costiero, culla delle civiltà preincaiche, alle Ande con il favoloso regno degli Inca distrutto dalla colonizzazione culturale degli spagnoli di Francisco Pizarro nel 1531.
Conoscere un paese significa osservare non solo gli aspetti esteriori, ma approfondire anche gli aspetti naturalistici, storici, i fattori e le tradizioni che hanno portato la gente ad essere quella che è: ringrazio le guide che hanno seguito me e i miei amici, le comunità che ci hanno ospitato e ci hanno permesso di vivere a contatto con la loro realtà lontano dai normali circuiti turistici, per scoprire quello che è il vero e affascinante Perù.
Vorrei fare conoscere anche a voi Giovanni e Nancy, Macario, Francisco, Jorge, Mauricio, Isidro, Niger, Genoveva e tutte le splendide e umili persone che hanno condiviso con me questo cammino di scoperta.

Ballestas

Il Perù che per estensione è il terzo paese dell'America meridionale, è essenzialmente conosciuto per le sue vette, per i suoi altipiani e per le profonde vallate, tuttavia il sistema andino occupa solo un quarto del territorio, il resto è rappresentato dalla fascia costiera prettamente desertica (10%) e dalla foresta amazzonica (65%). Mi concentro tuttavia sul lato più naturalistico, ricordandovi però che il contatto con ciò che resta delle civiltà del passato, le testimonianze degli insediamenti umani in ambienti così ostili alla vita, le credenze, le tecniche affinate, mi hanno suscitato profonda ammirazione e tanti perché.
Partendo da Lima, almeno un terzo del viaggio si è svolto alla scoperta del territorio litoraneo arido e ondulato, interrotto dall'interessante penisola di Paracas, riserva nazionale del paese con l'arcipelago delle islas Ballestas distanti circa 10 miglia dalla costa. Siamo stati fortunati perché finita la visita a queste inospitali isole battute dal vento e schiaffeggiate dalle onde del Pacifico, il porto è stato chiuso per 3 giorni: vento e tempesta di sabbia rendevano pericoloso uscire nell'oceano.
Questo è un paradiso per gli amanti degli animali e degli uccelli: oltre ad apprezzare il geoglifo del candelabro visibile solo dal mare e dall'origine sconosciuta, si viene colpiti dall'affollamento numerico degli amici alati che convivono occupando diverse nicchie ecologiche. Le isole sono anche chiamate isole del guano, perché sono caratterizzate da immensi depositi di questo fertilizzante naturale: il prelevamento è consentito solo una volta ogni 7 anni. E' vietato scendere sulle isole, ma con il motoscafo è possibile avvicinarsi ai faraglioni e scorgere da vicinissimo branchi di leoni marini, dopo essere stati circondati da un turbinio di sule dai piedi azzurri (Sula nebouxii) e sule peruviane (Sula variegata) cormorani olivacei (Phalacrocorax brasilianus), cormorani del guano (Phalacrocorax bougainvillii) e bellissime sterne inca (Larosterna inca)…….. Devo dire che un'emozione profonda mi ha colto quando ho avvistato alcuni individui del raro pinguino di Humboldt (Spheniscus humboldti) camminare tra i faraglioni.

Sule piediazzurri pinguini di Humboldt


Passeggiando lungo la costa del Pacifico e la laguna vicino al porto di Pisco, si incontrano pellicani peruviani (Pelecanus thagus), fenicotteri del Cile (Phoenicopterus chilensis), gabbiani testagrigia (Larus cirrocephalus), gabbiani codafasciata (Larus belcheri), aironi bianchi (Ardea alba), garzette nivea (Egretta thula), beccacce di mare americane (Haematopus palliatus), cavalieri collonero (Himantopus mexicanus) e, indirizzando lo sguardo al cielo si vedono volteggiare urubù (Coragyps atratus) e avvoltoi collorosso (Cathartes aura). Al porto le sule fanno compagnia ai pescatori che con le loro reti, catturano piccoli pesci. La corrente fredda di Humboldt, porta in queste zone tanto plancton e attira varie specie marine e, di conseguenza miriadi di uccelli, quando invece arriva l'altrettanto famosa corrente calda del niño, i pesci si allontanano verso zone più fredde, rendendo difficile l'attività della pesca.

Gabbiano testagrigia Pellicani peruviani

Purtroppo si deve partire, e dopo un viaggio su un pulman locale, in mezzo a una vera e propria tempesta di sabbia che non ci fa scorgere neanche la strada, si arriva a Nasca: qui mi soffermo a osservare il Cerro Blanco che, dall'alto dei suoi 2078 metri, è la duna più alta di tutte le Americhe. Questa è una zona misteriosa, famosa per le sue enigmatiche linee, che ti lasciano con il fiato sospeso…. Ma la sorpresa più bella è stato scorgere in questo deserto, una bella civetta (Athene cunicularia), a due passi dal cimitero di Chauchilla, famoso per la conservazione delle mummie che sono rimaste dopo la profanazione delle loro tombe.
Dopo le varie tappe archeologiche, proseguo alla volta di Arequipa, la seconda città del Perù, situata a un'altezza di 2500 metri e circondata dai vulcani Misti (5822 m), Chanchani (6075 m) e Picchu Picchu (5664 m). Salendo su una collina (cerro) soprannominato dai locali "mirador" e posto a sud della città, possiamo da qui ammirare l'intera verde valle: insieme agli aquiloni anche qui volteggiano gli urubù e in mezzo alle case, dove mi soffermo a parlare con la gente locale, saltellano i graziosi passeri dal collare rossiccio (Zonotrichia capensis).

Riserva di Aguada Blanca Picchio delle Ande

Adesso è tempo di abbandonare il deserto costiero per spingerci a scoprire le bellezze andine: cambio repentino di quota, di paesaggio, di flora e fauna, in territori che ospitano una straordinaria varietà animale e vegetale.
Innanzitutto, gli altipiani in quota sono l'ambiente ideale per i camelidi, lama, alpaca, guanaco e vigogna, di questi le ultime due specie sono rimaste allo stato selvatico. Ho potuto osservare piccole greggi di questi piccoli camelidi attraversando la riserva Salinas y Aguada Blanca a quota 3900 m. Raggiungiamo il passo di Patacancia a più di 4700 m attraversando paesaggi incredibili: vulcani imponenti come l'Ampato, picchi desolati e imbiancati di neve, aree umide dove grazie agli avvallamenti del terreno, si raccoglie l'acqua. Salendo lungo i pendii andini la vegetazione è varia: nelle valli compaiono pioppi e eucalipti che, in seguito a una recente riforestazione, ben si sono adattati al clima, qui si possono vedere i terrazzamenti andini che impressi nella memoria dai tempi della scuola, prendono forma e si materializzano davanti a noi. Lungo i terreni aridi e rocciosi troviamo i cactus. Sopra i 3400 m, ho potuto vedere una delle più rare forme di vita presenti ad alta quota: si tratta della llareta (Laretia compacta), che ha la forma di un cuscino di color verde smeraldo. Adesso è severamente protetta, perché grazie al suo olio, veniva usata come combustibile. Qui mi diletto a riconoscere gli uccelli che vivono in queste "torbiere" di alta quota: il gabbiano delle Ande (Larus serranus), l'oca delle Ande (Chloephaga melanoptera), i cara cara aligrandi (Phalcoboenus megalopterus), l'alzavola machiettata (Anas flavirostris)….

Condor delle Ande (foto di Renato Debiasi)


Il paesino di Chivay con le sue acque termali di cui abusiamo nonostante il freddo, è il nostro punto di partenza per raggiungere il canyon del Colca, da dove spero di vedere il condor: attraversiamo punti panoramici bellissimi che ci fanno spaziare tra paesini e terrazzamenti di origine incaica, tombe profanate a ridosso delle pareti di roccia, da dove volano indisturbati i rondoni delle Ande (Aeronautes andecolus). Alle 7 del mattino sono già lì alla Cruz del condor, ad aspettare loro, i padroni del cielo, con un'apertura alare di 3.30 m: i condor delle Ande (Vultur gryphus). E infatti siamo fortunati: almeno 5 adulti e un giovane volano sulle nostre teste per almeno 2 ore, alle 9 dopo aver preso le termiche si allontanano in scivolata, per chissà quale destinazione. In mezzo a questi voli che suscitano emozione, distinguo chiaramente la poiana aquila collonero (Geranoaetus melanoleucus), con una silhouette inconfondibile nelle proporzioni tra coda e ali e un falco pellegrino (Falco peregrinus). Tra i cespugli si fa ammirare un bell'esemplare di stella dei monti andini (Oreotrochilus estella) un piccolo colibrì che riesco quasi a fotografare. Scendendo dal canyon verso il paesino di Maca, ecco il colibrì gigante (Patagona gigas).

Condor delle Ande

Attraversiamo in pulman il tratto che ci separa da Juliaca e Puno, resto incantata dalla bellezza della puna, laghi di alta quota e non so come convincere l'autista a fermare a ogni mio desiderio: mi sfuggono davanti agli occhi grandi quantità di rapaci in caccia e a momenti il pulman ne atterra uno!!!!! Ma mi preparo moralmente ad affrontare il lago Titicaca (3812 m) e il suo "totoreto", riserva nazionale creata nel 1978. Anche qui, cielo azzurrissimo e tempo splendido: la lancia si dirige verso Taquile, attraversando il piccolo nucleo delle isole Uros e tutto il canneto, ma veniamo alla popolazione ornitica: fanno capolino le pavoncelle delle Ande che mi accompagneranno sempre (Vanellus resplendens), gobbi delle Ande (Oxyura ferruginea), anatre della puna (Anas puna), alzavola macchiettata (Anas flavirostris), rollandia ciuffibianchi (Rollandia rolland), ibis delle Ande (Theristicus branickii), ibis della puna (Plagadis ridgwayi), gabbiani delle Ande (Larus serranus)…..
Mi fermo sull'isola di Taquile ospitata da una comunità locale di origine aymara: qui Isidro ci accompagna alla scoperta dell'isola in posti iucontaminati, e in una spiaggia unica per bellezza e isolamento: nel picco più alto dell'isola l'altimetro segna i 4100 m. Alcune coppie di picchi delle Ande (Colaptes rupicola) si rincorrono sulle rocce, con i loro colori splendenti, mentre un gheppio americano (Falco sparvierus) fa lo spirito santo sopra di noi.

Lago Titicaca Gheppio americano

Ritornati a Puno partiamo per la laguna e la necropoli di Sillustani caratterizzata dalle misteriose tombe chiamate chullpass, da qui si osservano i guanaco della riserva sull'isola di fronte e i circostanti pascoli umidi, dove veniamo di nuovo accolti da una comunità (gli Unocolla) che vive sui bordi della laguna: ecco le nitticore (Nycticorax nycticorax), lo svasso della puna (Podiceps occipitalis), la folaga delle Ande (Fulica ardesiaca) e i fringuelli della sierra del Perù (Phrygilus punensis)….

L'ultima parte del viaggio si svolge nella regione intorno a Cusco, la città inca patrimonio dell'umanità; qui inizia tutto un viaggio di scoperta dei siti archeologici inca della valle sagrada: Sacsahuaman, il Coricancha,, Tampu machay, Puca pucara… e il viaggio che ci separa da Macchu Picchu.
Ospiti della comunità di Cuyo grande, passiamo alcuni giorni condividendo la vita, i veri pasti andini e una faticosa camminata in quota. Qui riconosco il diglossa golanera (Diglossa brunneiventris), il lucherino delle Ande (Carduelis spinescens), la poiana dorsorosso (Buteo polyosoma) e ancora i caracara aligrandi (Phalcoboenus megalopterus)….

Laguna di Unocolla Cuyo Grande

Per ultimo anche perché mi rendo conto che volevo essere più breve per non annoiarvi…. ma, non ce l'ho fatta ….mi resterebbe da raccontarvi la magia di Macchu Picchu la città perduta, la salita alla porta del sole e al Waina Picchu…con relativa estasi contemplativa….. il condor scolpito nelle rocce della città al quale venivano dedicati i sacrifici dei lama…..insomma una città che non era una città, ma un centro astronomico incredibile…. Qui ho fatto attenzione a non vederlo lui il condor vero, anche perché secondo gli inca vedere un condor a Macchu Picchu significava disgrazia in arrivo, un terremoto….o chissà cos'altro. Un compagno di viaggio a un certo punto mi ha detto (convinto) di averne ripreso uno con la telecamera: meno male era solo un urubù!!!!!!!

Concludo il mio racconto sia con la check list, sia con alcuni indirizzi e nomi che potrebbero tornare utili a chi intende farci UN SALTO!!!!
Ovviamente darò tutta la mia disponibilità a chiunque si prepari a partire…. Mentre mi riprometto il prossimo anno di ritornare ma, per scoprire il nord (se qualcuno si volesse unire!!!!).
Includo anche alcuni musei ma, vi segnalo in prima linea il museo ottocentesco di storia naturale di Cusco (si trova in Plaza de Armas): è incredibile la collezione di embriologia, la raccolta di insetti, animali e….di uccelli!!! Sono stati impagliati lunghi e stirati, in posizione standard, esposti con il becco all'insù e con le zampine legate a una bacchetta…..

Naturalmente mi scuso per eventuali errori: ci ho messo tutta la mia breve esperienza, la passione e la buona volontà per cercare di trasmettere quello che ho visto o magari a volte ho creduto di vedere!!!!!!!! Purtroppo non ho potuto fotografare tutto, ma ho la prova inconfutabile di aver perlomeno documentato il volo dei condor, obiettivo quasi primario del mio viaggio e soddisfazione inesauribile!!!!!

BIBLIOGRAFIA

- La guida del Perù edita dalla Lonely Planet

- Perù dal deserto costiero alle Ande di Massimo Boccale e Piera Borghetti casa editrice Polaris

- A Field Guide to the Birds of Perù di James F. Clements and Noam Shany della Lynx Editions

CONTATTI

- Gianni e Nancy Vaccaro Tablada del Lurin (Lima), danno ospitalità a chi cerca il contatto umano in famiglia; e-mail: vaccarogia@amauta.rcp.net.pe
- Niger Paucar Maximiliano (Lima), è uno storico molto ben preparato al quale va tutta la mia ammirazione; e-mail: runapaucar@hotmail.com
- Genoveva Gordillo Espinal (Arequipa); e-mail: jant05154@yahoo.com
- Kepaytour di Yany L. Mamani M. (Arequipa); e-mail: yany6@hotmail.com
- Isidro Huatta Cruz è la guida migliore che potete trovare a Taquile (sua nonna morì a 118 anni ed era la memoria storica dell'isola).

DOVE DORMIRE

- CAITH, Yanapanakusum Urb. Ucchiello Alto Pasaje Santo Toribio N-4 Cusco; e-mail: caith@terra.com.pe La sig.ra Vittoria (è di Chieri ma risiede da oltre 20 anni in Perù) si occupa di un programma che ha come obiettivo quello di migliorare le condizioni di vita delle bambine che fin da piccole vengono abbandonate dalle loro famiglie per fare le collaboratrici domestiche ovvero las trabajadoras del hogar. La spesa per una notte comprensiva di colazione è di 15$, mentre la cena vi costa 3$.
- Minka, calle Barcellona 115 - Lince (Lima); e-mail: minkaqhatu@amauta.rcp.net.pe
- Hostal La Cabaña, Aguas Calientes; e-mail: cabana_mapi@latinmail.com
- Hostal San Jorge, Jr. juan Osores n. 267-269 Urb. S. Jorge Pisco; e-mail: hotel_san_jorge_residential@hotmail.com
- Hostal Manco Capac Inn, Jr. Tacna n.277 Puno; e-mail: rubilodge@terra.com.pe

DA NON PERDERE

- Museo Inca, Cuesta del Almirante 103, Cusco
- Museo de la Nacion, Lima
- Museo di S. Francisco con le catacombe, Lima
- Convento di S. Catalina, Arequipa

SALUTI E RINGRAZIAMENTI

Un caro saluto va a Franca e Claudio che ho incontrato al Caith; a Carlo il presidente, Stefania, Daniele, Marco e Stefi, Linda e Massimo, Davide, Renato, Giorgio, Lara, Giuseppe, Daniela…con i quali ho condiviso momenti bellissimi nella natura, nella storia, nei mercati e tante ottime cene!!!

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