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Testo e foto di Bruno Caula
bcaula@aliceposta.it

Kenya
agosto 2004

Note:
- Cliccare sui nomi scritti in verde per visualizzare le fotografie
- Foto realizzate in digiscoping con Nikon Coolpix 4500 + Leica APO Televid 77 20x. Le foto di Nettarinia variabile e Cisticola di Hunter sono di A.Qualich.


  Africa: la sola parola evoca, a tutti indistintamente, emozioni, colori, profumi e ricordi ancestrali, anche a chi, nella terra dei nostri progenitori, non ci ha mai messo piede….
  Figuriamoci quale sconvolgimento interiore può provocare a chi, come me, sognava di andare in Africa da quando ancora bambino collezionava le figurine degli "Animali Selvaggi". E se poi questo bambino, crescendo, diventa un birdwatcher di quelli "assatanati", l'idea di passare intere giornate ad osservare gli uccelli e gli animali nel cuore del Kenya rappresenta sicuramente una delle emozioni più intense di un'intera esistenza.
  Questa esperienza ha comunque segnato profondamente ognuno di noi, colpiti anche dallo scoprire quante minacce stiano trasformando sempre più rapidamente gli ecosistemi africani, quasi sempre ben lontani da quegli Eden ripetuti da anni nei documentari televisivi. Al di fuori di tenute private o parchi naturali, infatti, la pressione dell'incremento demografico e gli interessi economici delle grosse aziende occidentali stanno provocando pesanti alterazioni ambientali che come un cancro assalgono la natura africana con una rapidità davvero impressionante. E' stato invece davvero piacevole il contatto con la popolazione locale, disponibile e mai arrogante, sempre dignitosa nonostante condizioni di vita a volte davvero difficili.

alba a Marula

  Va da sé che l'organizzare un viaggio a scopo prettamente ornitologico, al di fuori delle solite mete del turismo classico dei safari, richiede una preparazione particolare, gravata in gran parte sulle spalle di Roberto Garavaglia, indispensabile presenza e vero "tour leader" al quale va tutta la più sincera gratitudine mia e degli altri componenti la "spedizione", ovvero Pier Luigi Beraudo, Albino Gosmar e Alessandro Qualich.
  Grazie a Roberto ed alla sua esperienza maturata in precedenti visite (ed alla sua inaspettata abilità nel manovrare il fuoristrada in condizioni spesso al limite) ci è stato possibile vivere momenti ed osservazioni indimenticabili in zone quasi sempre al di fuori delle mete turistiche.
  Fondamentale è poi stata la possibilità di essere alloggiati nei confortevoli ed accoglienti lodges all'interno di Marula, che hanno costituito il nostro campo base ed il punto di partenza per tutte le nostre escursioni.

il campo base foresta di Acacia xanthophloea

Gazzella di Thomson un irascibile Bufalo cafro..

  La scelta, peraltro forzata per motivi lavorativi, di effettuare il viaggio durante il mese di agosto, si è rivelata azzeccata poiché le condizioni metereologiche in questo periodo -siamo nella stagione secca- ci hanno permesso di girare tranquillamente durante tutta la giornata senza dover quasi mai fare i conti con i frequenti e violenti temporali che caratterizzano le stagioni più umide (primavera ed autunno). Nel contempo, il fatto di trovarci ad oltre 1.800 metri di quota, lungo la Rift Valley, rendeva più che piacevoli le temperature diurne, con un clima sempre temperato e gradevole.
  Da un punto di vista strettamente ornitologico, se in questo periodo dell'anno la quasi totale mancanza di migratori paleartici può avere influito sulla check list finale (che ha raggiunto comunque la ragguardevole quota di 235), ogni specie incontrata era per noi una specie nuova, che è -per dei birders ormai "navigati"- una sensazione particolare ed incredibilmente suggestiva.
  Forti delle precedenti esperienze di Roberto, non ci siamo fatti prendere dalla frenesia di visitare più posti possibile, anche perché il davvero pessimo stato della rete stradale rende molto difficili (e pericolosi) gli spostamenti; ci siamo invece concentrati ad esplorare a fondo ogni singola zona, osservando ed identificando con scrupolo ogni piccolo Passeriforme, speso scovato con l'aiuto del "pishing".
  Riporto qui di seguito le aree da noi visitate, iniziando da quella che ci ha fatto da "casa" durante il nostro soggiorno:

MARULA

  Marula è una tenuta privata situata a circa 80 chilometri a nordovest di Nairobi e che si affaccia sulla porzione più settentrionale del Lago Naivasha, uno dei pochi laghi non alcalini della Rift Valley, ed occupa un'enorme estensione (circa 15.000 ettari) di territorio. Al suo interno, una grande varietà di ambienti che vanno dalla foresta di acacia al fitto papireto racchiudono una straordinaria quantità di uccelli, che ci ha lasciato letteralmente senza fiato non appena abbiamo sistemato le nostre valigie nei lodge.

i rami delle acacie ospitano moltissime specie di uccelli

  Appena fuori dalla porta Ballerine africane, Bulbul comuni, Sassicoli formichieri, Dronghi codaforcuta e Fiscal comuni, tutte frequenti e diffuse un po' ovunque, insieme ad una delle specie sicuramente più caratteristiche e variopinte, lo Storno superbo. Scrutando con attenzione tra i rami delle grandi Acacia xanthophloea era facile localizzare Pigliamosche ardesia occhibianchi, Batis macchiato, Apale pettogiallo, Oriolo testanera, Picchio grigio maggiore e Picchio cardinale. Sempre irrequiete ed in movimento, le Nettarinie dai colori sgargianti, tra queste le più frequenti Nettarinia bronzea, Nettarinia pettoscarlatto e Nettarinia variabile. Ogni acacia racchiudeva sempre delle sorprese tra i suoi rami: una volta era l'incredibile abito verde iridescente del piccolo Cuculo di Klaas, una volta il lungo e ricurvo becco scarlatto dell'Upupa boschereccia, un'altra ancora il bianco e nero del Bubu tropicale, che con il suo canto inconfondibile salutava i primi raggi di sole tra le chiome degli alberi. Altri suoni sono diventati in breve tempo familiari: tra questi, inconfondibile, il richiamo degli Ibis hadada che all'imbrunire si radunavano verso i dormitori (abbiamo presto capito il perché del nome "hadada"), oppure il sottofondo continuo del tubare delle Tortore occhirossi od il richiamo a trombetta della Camarottera dorsoverde, e poi quello che forse di più rappresenta la vera voce dell'Africa: le grida delle Aquile urlatrici che ogni mattina ci svegliavano e ci facevano ricordare in che paradiso eravamo capitati…

una gigantesca Euphorbia la foresta sul fiume Malewa

  A pochi metri dai nostri alloggiamenti, sistemato nella biforcazione di un'acacia, il grosso nido di uno dei rapaci più belli, l'Aquila crestalunga, confidente come del resto anche i vari individui di Poiana augure nei vari morfismi di piumaggio (splendida la fase bianca). Se poi, come ogni mattina prima di colazione, facendo quattro passi ci si spingeva appena più in là, dove la foresta si faceva più fitta, ecco l'incontro con le coloratissime Cossifa cigliabianche e Cossifa del Capo, Ciagra capobruno, Prinia panciacamoscio, Garrulo di Sharpe e Garrulo sagittato, Cuculo pettorosso, Pigliamosche nero e le varie Cisticole praticamente tutte uguali ed impossibili da identificare, e poi la specie più incredibile, quel Pigliamosche del paradiso che sembra uscito da un libro per ragazzi, con quella coda lunghissima e che non rimane fermo un secondo neppure per farsi fotografare… mentre negli squarci azzurri di cielo tra le chiome delle acacie si poteva scorgere l'inconfondibile sagoma senza coda del Falco giocoliere od il volo dei gruppi di centinaia di Pellicani bianchi che salivano in termica per raggiungere le zone di pesca sul Lago Naivasha.
  Dirigendosi invece verso le aree più aperte, si entrava nel regno di Ploceidi ed Estrildidi come Tessitore baglafech, Tessitore dagli occhiali, Passera rossiccia, Vedova codaspillo, Quelea beccorosso, Amaranto africano, Amaranto beccorosso, Cordon blu guancerosse, Granatino viola ed Estrilda panciagialla, sovente in gruppi plurispecifici e caratterizzate tutte da colori molto vivaci.
  Un'altra specie molto appariscente e davvero ubiquitaria era il Gruccione frontebianca, sovente in caccia di insetti lungo il corso del fiume Malewa così come i gruppi di Topini disadorni, Rondini codafili, Rondini rossicce e Rondini nere e, più in alto nel cielo, Rondoni minori, Rondoni di Horus e Rondoni africani. Dai fitti cespugli lungo il fiume i Francolini di Hildebrandt lanciavano i loro rauchi richiami, mentre gruppetti di Uccelli topo marezzati si nutrivano di bacche ed i Martin pescatore bianconeri aspettavano pazienti sui loro posatoi. Nei campi appena sfalciati, tra Gazzelle di Thomson e Cobi dall'ellisse, si aggiravano con attenzione le Gru coronate ed i Segretari alla ricerca di rettili e roditori, mentre gruppi di Faraone comuni correvano con il loro incedere un po' traballante.
  
  Tutto questo nel raggio di poche decine di metri, senza neppure prendere l'auto….
  
  Auto che invece diventava indispensabile per raggiungere, attraverso piste che solo l'occhio esperto di Roberto sapeva ritrovare tra le decine di tracce di animali selvatici, le zone più integre e più interessanti di Marula: dove le acacie diventano più grandi e spaziate, ecco un incredibile (ed unico osservato) Cuculo nero, poi gli Storni caruncolati, gli Storni splendenti di Ruppell, le Averle di macchia pettozolfo, i Puffini settentrionali, l'Upupa africana (recentemente "splittata" dall'Upupa eurasiatica ed effettivamente ben differenziabile anche sul campo) e le Fiscal dorsogrigio, simili ad enormi Averle maggiori. Frequenti anche le splendide Ghiandaie marine pettolilla, posate sui fili in attesa di prede.
  Gruppi di Zebre, Impala, Facoceri, Cobi dall'ellisse, Gazzelle di Thomson e di Grant formano un eccezionale "sottofondo" mentre si cercano uccelli con binocoli e cannocchiali: ben rappresentati i Columbiformi, con Piccione marezzato, Tortora delle palme, Tortora dal semicollare e Tortora occhirossi su tutti, meno frequenti Tortora fosca, Tortora tamburina e Tortora macchiesmeraldo.
  Che fare birdwatching in Africa fosse molto differente dal fare birdwatching in Italia lo abbiamo capito già dalla prima mattinata "operativa": fatte poche decine di metri a ridosso di un fitto papireto (incuranti delle raccomandazioni del nostro Tour Leader) ci siamo trovati a tu per tu con una decina di ENORMI Bufali cafri che, probabilmentente (o no?) più spaventati di noi dopo un tentativo di carica ci hanno fatto assaporare una dose di adrenalina come raramente capita nella vita di tutti i giorni… cose da raccontare ai nipotini davanti al fuoco scoppiettante nel caminetto…

la palude sul Lago Naivasha

  L'accesso al Lago Naivasha, da Marula, è consentito attraverso una pista sterrata e spesso invisibile che segue il corso del fiume Malewa, finchè si intravvedono le grosse sagome degli Ippopotami (un altro inquilino piuttosto irascibile della zona) che preannunciano una visione da Eden: Pellicani bianchi, Pellicani rossicci, Marangoni africani, Egrette intermedie, Folage cornute, Mignattai, Cicogne beccogiallo, Spatole africane, Oche dal pettine, Germani beccogiallo, Uccelli martello, Jacane africane e ben quattro specie di Pavoncelle (fabbro, armata, ditalunghe ed alinere) si accalcavano lungo le rive e tra la vegetazione del Lago Naivasha, mentre il solito grupppetto di Bufali cafri ci teneva d'occhio a debita distanza… la consapevole sensazione di essere in un posto assolutamente vergine, non controllato dal businness del turismo di massa, diventa parte di te stesso solamente una volta rientrato a casa, pensandoci su con calma….il mio cuore è rimasto lì, tra le ninfee galleggianti…

altri inquilini dal pessimo carattere...

  Marula è solcata da due fiumi, il Malewa ed il Gilgil, che raggiungono le acque del Lago Naivasha dopo essersi scavati una profonda strada nel terreno argilloso. Lungo i bordi della scarpata si è sviluppata una fitta e rigogliosa foresta, che ospita interessantissime specie, sovente difficili da localizzare tra l'intrico dei rami. E' il caso del Bulbul baffigialli, dell'Occhiocarniccio golanera, del Pigliamosche fosco, dell'Occhialino africano, del Pigliamosche nero, dell'Averla cuculo nera e dell'Averla cuculo golaviola. Più facili da trovare Gruccione pettocannella, Picchio barbuto, Pigliamosche del Paradiso, Uccello topo nucazzurra e Ballerina del Capo, mentre tra i rapaci abbiamo osservato Biancone pettonero (una coppia intenta alla costruzione del nido), Aquila di Wahlberg e lo strano Gimnogene africano, con le parti nude della faccia giallastre. Abbiamo purtroppo mancato l'osservazione della rara Aquila coronata, nonostante la ricerca in un territorio sicuramente occupato da una coppia.

il sinuoso corso del fiume Gilgil

Marula ospita una specie endemica di Euphorbia

  Il corso del fiume, poi, è il punto migliore per osservare l'enorme e spettacolare Martin pescatore gigante, dalle dimensioni paragonabili a quelle di un Corvide.
  Allontanadosi invece dal Lago Naivasha, attraverso la Masai Gorge, si arriva in prossimità del confine dei vastissimi territori degli altipiani Masai. Qui, in un paesaggio indimenticabile, abbiamo incontrato Pavoncella coronata, Astore gabar, Storno splendente guanceblu, Calandrella capirossa, mentre le rocce della Masai Gorge sono colorate dal magnifico piumaggio del Sassicolo di rupe imitatore (simile ad un nostro Codirossone). Frequenti anche, oltre a gruppi di Procavie, Monachelle di Schalow e Rondini montane rupicole; posate sui rami di una grossa acacia abbiamo osservato una coppia di enormi Aquile marziali.

temporale in arrivo sugli altipiani Masai