Testo e foto di Paolo Marotto

HORTOBAGY – UNGHERIA
1 - 4 giugno 2006

Il Parco Nazionale di Hortobágy si trova in Ungheria . Venne istituito nel 1973 e si estende su una superficie di 70.000 ettari nei pressi della Grande Ciarda, 36 km a ovest di Debrecen, la città piu importante della zona . L’Hortobágy è uno dei maggiori territori stepposi e paludosi protetti d ’Europa; qui pascolano branchi di bovini grigi della tipica specie ungherese, mandrie di cavalli, greggi di ovini "racka" e mandrie di bufali. Nel piccolo paese è possibile visitare il Museo della Pastorizia (Petõfi tér) che illustra le abitudini e lo stile di vita dei pastori e raccoglie le rarità della flora e della fauna, il folclore e gli utensili dei mestieri popolari caratteristici della puszta magiara e la Galleria di Hortobágy (Régi Tanácsháza) dove sono esposti i più significativi dipinti dei pittori ungheresi, aventi per tema dominante la puszta. Hortobagy è sicuramente una tra le mete classiche per un birder europeo. Qui nidificano specie poco comuni in altre aree : aquila di mare, aquila imperiale, aquila anatraia minore, sacro, otarda, falco cuculo, averla cenerina e pagliarolo, solo per citarne alcune tra le più rappresentative.

Partiamo verso sera; il gruppo è composto da Albino, Bruno, Igi ed il sottoscritto. Dopo circa 16 ore di auto siamo sul posto forse un pò stanchi ma già “operativi” di primo mattino.
Il nostro alloggiamento è un confortevole Bed and Breakfast in Hortobagy .Ogni mattina la gentile ospite si premurava di non farci mancare abbondanti libagioni che comprendevano uova, bacon, peperoni, cipolle, wurstel, cetrioli e torte fatte in casa nonchè una grossa caraffa di caffè che qui in Ungheria è piuttosto buono ed è motivo di vanto per i locali.

1 giugno – Il cielo è sereno e questa purtroppo sarà la sola giornata intera di bel tempo che incontreremo durante la nostra permanenza in Ungheria .
Siamo liberi di gestirla come meglio crediamo perché solo il giorno seguente avremo a disposizione Sandor, la nostra guida locale.
Subito all’ingresso del paese una stupenda Averla cenerina è posata su un cavo elettrico in mezzo alle casette e si fa ammirare ad occhio nudo a pochissimi metri di distanza …sicuramente un buon inizio e sbagliando rinunciamo all’idea di fotografarla … vicine così non ne troveremo più durante il nostro soggiorno in Ungheria.
Dopo aver scaricato i bagagli nelle nostre confortevoli camerette (in legno con pavimenti ricoperti da decine di velli di pecora ungherese), partiamo alla volta di alcune zone umide nei dintorni di Hortobagy. Moltissimi forapaglie cantano ovunque nei canneti, Mignattini, Mignattini piombati e alibianche solcano instancabili i cieli sopra le zone paludose.

Centinaia di Topini sostano sui fili .
Tra le osservazioni più interessanti diversi individui di Spatole e Marangoni minori, Oche selvatiche alcune in volo, altre con famiglia al seguito, qualche Gru nei campi e nei canneti, una coppia di Basettini ed una Salciaiola.
Osserviamo delle Morette tabaccate, molti Falchi di palude, un’Albanella minore ed una Ghiandaia marina.
Ci spostiamo nei pressi dell’areoporto verso sera dove ci hanno detto è facile avvistare il Sacro cacciare .
Del falco nessuna traccia ma vediamo delle Averle cenerine e alcuni Citelli che rapidamente fanno capolino dall’erba bassa; tra le piste dell’ aeroporto, tra i pioppi, scoviamo un Picchio rosso di Siria.
Grosse colonie di Corvi nidificano sugli alberi ai bordi delle strade, mentre su molte case spiccano i grossi nidi delle Cicogne bianche, con i pulli che fanno capolino e gli adulti intenti ad imbeccarli .

Oche selvatiche Forapaglie

2 giugno - il tempo è spaventosamente brutto: piove a dirotto e di stravento, condizioni pessime per il birdwatching. La nostra guida arriva puntuale alle otto. Vorrebbe tornare a dormire, ma gli facciamo capire che siamo gente tosta e che non ci spaventa un po’ di acqua! Lui con una risatina ci prende alla lettera e ci porta sotto la pioggia ….
Cerchiamo l’Aquila di mare nella zona di nidificazione e pensiamo che probabilmente l’aquila con questo tempo è effettivamente andata al mare a godersi un pò di sole... ne vediamo una appollaiata su un pioppo.

Osserviamo una Cicogna nera con due insolite barre alari chiare mentre pascola in un campo ai bordi della strada ma il massimo della disperazione lo tocchiamo cercando di contattare il Sacro!
Sandor si fa in quattro indicando nel suo cannocchiale un segnetto scuro nascosto tra tralicci dell’alta tensione che dovrebbe essere un pezzetto di timoniera del rapace !
Alla fine bagnati ed infreddoliti e dopo aver percorso decine di km al limite delle possibilità per un fuoristrada 4x4 decidiamo che in effetti quella cosetta appiattita e fradicia su un traliccio a 1 km da noi potrebbe essere un Sacro… Adesso che l’abbiamo quasi riconosciuto possiamo andare a prenderci una bella birra all’asciutto ! Nessuno di noi però è contento per questo lifer così sofferto e non ce la sentiamo proprio di “scrocettarlo”!
In questa giornata piuttosto demoralizzante riusciamo a scorgere di sfuggita un Pettazzurro tra i cespugli ma dobbiamo chiudere in tutta fretta il finestrino dell’auto per non imbarcare troppa acqua!

Spatole

Osserviamo alcune coppie di Falco cuculo nei pressi del nido e un bel maschio di Otarda. Intanto Sandor ci dà notizia che per il Pagliarolo non c’è speranza: quest’anno neanche una coppia è arrivata ad Hortobagy!

3 giugno – Si và verso le colline ed il tempo sembra essere migliore; attraversiamo delle ampie valli allagate, vere e proprie casse di espansione naturali dei fiumi e raggiungiamo la zona di Tokaj Zemplening.

Qui riusciamo a contattare alcuni Re di quaglie in canto tra le erbe alte ed un altro Picchio rosso di Siria. Poi finalmente un esemplare di Aquila anatraia minore con una preda nel becco in volteggio... intanto una Bigia padovana canta a pochi metri da noi e si fa osservare con tranquillità.
Si riparte e mentre l’attenzione del gruppo sta un pò calando a causa dell’ora, una brusca frenata di Sandor accompagnata da “imperiale! imperiale!” ci fa trasalire e torniamo immediatamente nei panni del birder che si trova sulla testa una coppia di stupende Aquile imperiali in volteggio...
Ma le emozioni non sono finite! Verso sera ci rechiamo verso un sito di nidificazione del mitico Allocco degli urali. Mentre osserviamo i fori prodotti su una vecchia conifera da un Picchio nero che dopo pochi minuti arriva a farsi ammirare, un insolito verso “da picchio” attira la nostra attenzione: per un attimo, tra le fronde. riusciamo a scorgere un Picchio rosso mezzano.

Neppure il tempo di realizzare l’idea di avere osservato l’ultimo picchio europeo che mancava ancora alla nostra lista quando un altro verso decisamente più forte ed inquietante ma inconfondibile, risuona nella foresta… è lui!: l’Allocco degli urali... un bestione fantastico che gironzola sui rami sopra le nostre teste con una preda nel becco, probabilmente da portare ai giovani nascosti tra le fronde da qualche parte lassù... Che emozione! Sto per scattare finalmente una foto decente guardandolo quasi negli occhi ma la reflex non scatta ed una stupida sigla appare sul display “scheda piena“ e mentre Bruno disperatamente mi sporge una delle sue... lui si invola e si infratta definitivamente... Scende la sera e torniamo alla base.
Mentre percorriamo il sentiero nel bosco con la mente riviviamo la grande emozione di quell’incontro e parliamo poco per non rompere l’incantesimo

Aquila anatraia minore Bigia padovana
Aquila imperiale Pettazzurro


4 giugno – L’ultimo giorno di permanenza ci regala al mattino ancora qualche ora di bel tempo; decidiamo senza indugio di ritornare nella zona del Sacro e dell’Otarda, nei dintorni di Hortobagy-Nadudvar.
Ai lati della strada tra i canneti oltre agli immancabili Forapaglie osserviamo finalmente bene diversi Pettazzurri.
Ma quello che ci colpisce di più è sicuramente un fantastico Sacro che ci taglia letteralmente la strada. Ci fermiamo ad osservarlo, insieme ad un altro individuo, posato su un traliccio dell’alta tensione, poco distante da noi.
È un altro avvistamento emozionante. Scattiamo alcune fotografie e restiamo diversi minuti ad osservare lo splendido e decisamente grosso rapace.

Sacro

Verso mezzogiorno ci spostiamo nella zona delle Otarde ed anche qui siamo fortunati perché una femmina pascola in un campo con vegetazione piuttosto rada e poi si invola di fronte a noi facendosi ammirare .
Moltissimi sono i Falchi cuculo, mentre molte Cappellaccie razzolano sulle strada e decine di Strillozzi cantano dai fili del telefono nonostante la temperatura poco primaverile.
Purtroppo il tempo sta peggiorando ancora... se possibile... Decidiamo di rientrare.
La pioggia ricomincia a cadere copiosa. Dalle finestre della nostra stanza osserviamo alcune Cicogne bianche che pascolano tranquillamente tra le abitazioni .
Una donna con un grembiule azzurro, bassi stivaletti ed un fazzoletto bianco sulla testa porta a spasso un gigantesco maiale dal pelo lungo e nero.
Sullo sfondo gruppi di uomini vestiti con tute blu chiacchierano tra di loro e fumano. Altri camminano lenti sotto gli ombrelli tra la nebbia che sale. Le biciclette sono appoggiate ai muri bianchi, le staccionate di legno, i tetti spioventi rossi e lucenti di pioggia. I bambini ritornano scherzando alle loro case. Le luci si accendono e filtrano tra le finestre incorniciate di pizzi bianchi. Su tutto, il canto ossessivo, profondo ed interminabile degli Ululoni…


   Download della check-list complessiva

Otarda
Cicogna bianca
Averla cenerina