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Testo di Luca Giraudo

Crau et Camargue

19-24 febbraio 2004


L’ennesimo viaggio in terra di Provenza ha avuto come meta la Crau e la Camargue, due fra le zone ornitologicamente più interessanti di tutta la Francia.
  
Come quasi sempre, erano con me mia moglie e i miei figli, che hanno dovuto sopportare qualche momento di noia, per assecondare la mia passione.
E li ringrazio per questo.

A parte i preamboli, siamo giunti in zona verso l’ora di pranzo del 19 febbraio, in una giornata ventosa e nuvolosa, fredda e grigia.
  
La Crau
Decidiamo di fermarci subito nella Crau e, grazie alle “dritte” datemi da Bruno Caula, ci fermiamo all’ étang d’Entressen.

Qui diverse centinaia di Gabbiani reali z. g. e altrettante di Gabbiani comuni utilizzano il lago, bordato da cannuccia palustre, come dormitorio per svernare, mentre utilizzano l’adiacente discarica per alimentarsi.

Fra loro anche alcuni Zafferani, adulti e probabilmente giovani, qualche Gavina (adulte, 1w, 2w). E poi Cormorano, Germano reale, Svasso maggiore, Folaga, Gallinella, Beccamoschino, Usignolo di fiume.

Alcuni Nibbi reali volteggiano in lontananza, verso la discarica a ovest, dove ci dirigiamo dopo un po’, proseguendo sulla strada che costeggia il lago. (nota per i camperisti: se avete un camper più alto di 2 m, è conveniente imboccare la strada che si dirige verso sud, appena prima di giungere al lago, e poi voltare a destra al primo incrocio; in questo modo si può attraversare il sottopasso della ferrovia).

Giunti nelle vicinanze della discarica lo stupore ci coglie: non sappiamo se ridere o piangere, se siamo in una scenografia di un teatro post-moderno o davanti ad un danno ecologico notevole. Dappertutto gli alberi, i cespugli, i prati sono pieni di sacchetti di plastica multicolori, che rendono il paesaggio buffo e allucinante nello stesso tempo.

Vengo distolto dai Nibbi reali che mi volteggiano a pochi metri sulla testa, dal vociare delle centinaia di Gabbiani in volo sopra la discarica, dal chiocciare delle Taccole intorno. Poco distante intravediamo una decina di Aironi guardabuoi.

Ci spostiamo verso la Crau vera e propria, in direzione sud rispetto al lago, presso il Mas de Chauvet. Nei dintorni del Grand Mas, nel prato a destra adiacente la strada, noto alcuni passeriformi a terra. Questa è la zona dove sembra che di solito si vedano i Calandri maggiori e… fortuna sfacciata, due Anthus grandi, dritti, con il petto chiaro, la stria malare chiara evidente. Sono proprio loro! Quando si voltano noto i chiari-scuri tipici della specie. Insieme a loro una ventina di Migliarini di palude (fra i quali almeno un maschio in abito primaverile) pasturano nell’erba bassa.

Proseguiamo e poco oltre, a sinistra, fra Pavoncelle, Pivieri dorati, Storni, sono posati una ventina di Nibbi reali (32 quelli contati dopo in volo).
Quando giungiamo al termine della strada alsfaltata, presso il Mas Chauvet, una Cesena si invola da terra in direzione dei pioppi bianchi in fondo.
Scendiamo e ci inoltriamo nella Crau a piedi. Poco oltre il parcheggio avvisto un’Averla maggiore meridionale, in ambiente tipico, ossia cespugli spinosi in mezzo ai prati. Le fanno da corona Pispole, Fanelli, un Saltimpalo, uno Strillozzo, uno Zigolo nero in canto.
E sono già a due lifer! Mica male per l’inizio, no?
Un maschio di Albanella reale ci passa a pochi metri, in caccia.
Ma non v’è nessuna traccia delle tanto agognate Galline prataiole.

Neanche la zona oltre Entressen, dove si possono osservare gli Occhioni, mi porta all’obiettivo.
In compenso, essendo vicini ad una zona militare, vengo tenuto d’occhio da una guardia della vigilanza privata…

Il pomeriggio termina mentre raggiungiamo la Camargue e il Mas de Pin Fourcat (Sylvereal).



Camargue
Il giorno dopo il tempo è un po’ più clemente, c’è vento da sud-est, che però porterà un po’ di pioggia verso l’ora di pranzo.
Ci dirigiamo di “primo” mattino verso la foce del Piccolo Rodano, ad ovest de Le Saintes Marie.
Circa 170 Svassi maggiori pescano appena fuori dalla bocca della foce, insieme a Gabbiani comuni, reali e a Beccapesci. Dopo un po’, scandagliando “svasso per svasso”, individuo una Strolaga minore e poi un’altra e un’altra ancora. Lo stormo di uccelli nel mentre si sposta un po’ più verso di me e… noto un uccello nero e bianco, tozzo, basso sull’acqua: una, anzi due Gazze marine si tuffano e riemergono in mezzo agli altri uccelli. Erano già alcuni anni che non ne vedevo…
In lontananza un gruppo di anatre scure, posate sull’acqua, mi lasciano interdetto… ma sono troppo lontane per identificarle con certezza.
Nei cespugli intorno osservo un Occhiocotto.
Nell’ étang des Launes, appena oltre la strada, Chiurlo maggiore, Volpoca, un’Avocetta.

Ci dirigiamo poi verso la Digue a la mer, il tempo sta peggiorando.
Alcune Cappellaccie ci danno il “benvenuto” e una in particolare si lascia osservare a pochissimi metri, mentre è intenta a cercare cibo e poi a cantare.
Qui vediamo da vicino i Fenicotteri, una Garzetta a pesca, efficientissima, due Magnanine, il Martin pescatore, alcuni Beccapesci.
Alla foce del canale che sbocca in mare, presso il campeggio la Brise, fra Svassi maggiori e piccoli, questi ultimi in muta “fra capo e collo”, una femmina di Edredone pesca sbattuta dalle onde a pochi centimetri dagli scogli. Un incontro inaspettato.

Piove. Decidiamo di dirottare la visita su Arles e torniamo verso nord, non prima di aver fatto una capatina all’étang de Gines, presso il centro visite del Parco Naturale, a Pont de Gau. Qui osservo Canapiglia, Alzavola e i soliti noti.

Ma la rotta viene dirottatta quando, giunti al bivio per le Salin de Giraud, mentre tutti dormono ignari, volto verso l’étang de Vaccares, pensando: “chissà se trovo la Poiana codabianca?”.
Arrivo all’osservatorio sulla strada, vicino al Mas d’Agon, senza troppe aspettative in realtà. In compenso non piove più.
Dopo un po’, però, noto un rapace su un albero. Non mi sembra vero, la mia prima Poiana codabianca è oltre la lente del mio cannocchiale! Bellissima, un adulto in abito tipico, color crema.
L’uccello parte ogni tanto dal posatoio e con volo basso percorre alcune decine di metri, per poi tornare più o meno nella stessa zona alberata. Ha proprio un volo da aquila…
La osservo finché ne ho voglia, ovvero finché la mia famiglia non si sveglia…
Nella stessa zona alcuni Falchi di palude, un Usignolo di fiume, due Volpoche.

Il giorno dopo il tempo è piovoso, dirottiamo la nostra attenzione agli aspetti monumentali della regione.
A Tarascon vedo comunque i primi Balestrucci dell’anno.

Anche la mattina del 22 piove e andiamo per città: Aigue Mortes, Nimes.
Tornando verso casa al pomeriggio, mentre il cielo si sta aprendo, passiamo fra gli étang du Charnier e quello di Vauvert, una delle zone dove più estesi sono i cannetti di Phragmites, un ambiente da Tarabuso.
Una coppia di Fistione turco attira la mia attenzione e ci fermiamo.
Fra Garzette, Aironi bianchi maggiori, Beccaccini, Falchi di palude e Pavoncelle, si sente ogni tanto il canto, ancora sommesso, di 2-3 maschi di Tarabuso “whuum! whuum!”

Una brevissima tappa a Pont de Gau mi riserva 2 Oche selvatiche e il primo Mestolone.

Il 23 è giorno di birdwatching! Il vento è cambiato, il sole è a tratti splendente, banchi di nuvole alte vengono spazzate verso sud dal potente Mistral, che soffia a 60-70 km orari…

Ci dirigiamo verso la zona orientale della Camargue.
Una prima tappa, in verità poco convinta, nei pressi dei Marais de Basses, frutta però due Cigni minori in volo (!), proprio la specie che avrei voluto osservare (un altro lifer!), e 8 Spatole, più Falchi di palude, e alcuni Balestrucci appena giunti dall’Africa. Stormi di Pittime reali e Pettegole si alzano scostanti in lontananza.

Presso l’osservatorio del Mas d’Agon rivedo la Poiana codabianca e incontro tre Inglesi.

Prima di arrivare a la Capeliere, sul Vaccares alcune Morette, Svassi piccoli (tanti), maggiori, Folaghe, Fenicotteri, Cormorani.

Un giro a la Capeliere, tanto per fare due passi e permettere anche ai miei familiari di godere del paesaggio, mi permette di osservare e sentire una quindicina di Pendolini, e poi una Pittima reale, un Beccaccino, tante Morette e alcuni Moriglioni.

Il vento, inesorabile, è aumentato ancora e quando giungiamo alla plage de Piemanson spazza violentemente la sabbia e le onde, alzando spruzzi di schiuma. Impossibile tenere un binocolo fermo. I Gabbiani reali non volano volentieri, mentre negli stagni retrodunali una ventina di Cigni reali pastura insieme ai Fenicotteri.

Ci dirigiamo verso l’étang du Fangassier, il cielo è diventato grigio, l’aria è fredda e sferzante. vUna cinquantina di Piovanelli pancianera, altrettanti Piovanelli tridattili, una ventina di Volpoche, a coppie, e una Pivieressa sono le specie più interessanti.
Incontro di nuovo i tre Inglesi.

Ma il clou della giornata deve ancora venire… almeno queste sono le aspettative.

Sono ormai le 17.00 e ci dirigiamo verso la Bomborinette, ossia quella zona di paludi dove vengono a dormire le Aquile anatraie maggiori.
Cercando oltre i cespugli che costeggiano la strada, noto alcune sagome grigie… crispa! Ma sono Gru quelle! Ci fermiamo e scendo. Sono proprio 31 Gru! So che questa è un’osservazione interessante, perché non c’era nessuna segnalazione di Gru sul registro de la Capeliere, almeno nelle ultime due settimane.
Me le godo, pensando che con un colpo di fortuna così, mi sono già bruciato il “bonus” per l’anatraia.

Ripartiamo e poco oltre incontro sul bordo della strada gli Inglesi. Mi fermo, chiedo loro se avevano visto le Gru, spiego dove le ho viste (loro erano passati anche da lì…) e due di loro si dirigono a piedi verso la zona predetta.
Con il terzo Inglese rimasto ci scambiamo informazioni sulle specie viste e aspettiamo l’aquila. Alcuni Falchi di palude e una Poiana ci mantengono all’erta, mentre i due birdwatcher ritornano, appena dopo le Gru, che si sono spostate davanti a noi. Otto Oche selvatiche passano in volo.
Ma l’attesa è vana e non vedremo nessuna Aquila anatraia, né maggiore né minore.

Ma in fondo non si può pretendere tutto dalla vita e questo viaggio è già stato enormemente gratificante. Sarà per la prossima volta.


Notizie Utili

Per orientarsi in Crau molto utili sono le carte IGN n°3043 ouest , St-Martin de Crau, Fontveille, e 3043 est, Miramas, Eyguières, in scala 1:25.000, mentre per la Camargue è indispensabile avere la carta in scala 1:50.000 “Parc Naturel Regional de Camargue”.

Per dormire questa volta ci siamo appoggiati ad una chambre d’hotes, presso il Mas de Pin Fourcat, a circa 20 chilometri da Aigues Mortes e Saintes Marie de la Mer. Prezzi modici per un alloggetto due stanze, cucina inclusa, più bagno, ossia 30 € a notte in tutto. (http://www.camargue.com.fr/pinfourcat/tarifit.html)

Ma tantissime sono le possibilità di dormire, anche in febbraio.

Queste le specie osservate

1. Strolaga minore
2. Tuffetto
3. Svasso maggiore
4. Svasso piccolo
5. Cormorano
6. Tarabuso
7. Airone guardabuoi
8. Garzetta
9. Airone bianco maggiore
10. Airone cenerino
11. Spatola
12. Fenicottero
13. Cigno reale
14. Cigno minore
15. Oca selvatica
16. Volpoca
17. Canapiglia
18. Alzavola
19. Germano reale
20. Mestolone
21. Fistione turco
22. Moriglione
23. Moretta
24. Edredone
25. Nibbio reale
26. Falco di palude
27. Albanella reale
28. Poiana
29. Poiana codabianca
30. Sparviere
31. Gheppio
32. Fagiano
33. Gallinella
34. Folaga
35. Gru
36. Avocetta
37. Piviere dorato
38. Pivieressa
39. Pavoncella
40. Piovanello pancianera
41. Piovanello tridattilo
42. Pettegola
43. Pittima reale
44. Beccaccino
45. Gabbiano comune
46. Gavina
47. Zafferano
48. Gabbiano reale zampegialle
49. Beccapesci
50. Gazza marina
51. Tortora dal collare or.
52. Martin pescatore
53. Picchio verde
54. Cappellaccia
55. Allodola
56. Balestruccio
57. Calandro maggiore
58. Pispola
59. Ballerina bianca
60. Scricciolo
61. Pettirosso
62. Codirosso spazzacamino
63. Saltimpalo
64. Merlo
65. Cesena
66. Usignolo di fiume
67. Beccamoschino
68. Magnanina
69. Occhiocotto
70. Capinera
71. Luì piccolo
72. Cinciarella
73. Cinciallegra
74. Pendolino
75. Averla maggiore meridionale
76. Ghiandaia
77. Gazza
78. Taccola
79. Cornacchia nera
80. Storno
81. Passera europea
82. Passera mattugia
83. Fringuello
84. Verdone
85. Cardellino
86. Fanello
87. Zigolo nero
88. Migliarino di palude
89. Strillozzo

Luca Giraudo
Boves (CN)
Italy
lucagiraudo@inwind.it