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Testo di Pierluigi Beraudo

Introduzione
  La Valle Varaita solca trasversalmente le Alpi Cozie, da est a ovest, sviluppandosi lungo due spartiacque che la separano dalla Valle Maira, a sud, e dalla Valle Po a nord. Da un altitudine minima di 450 m (Piasco) raggiunge un massimo di 3841 m col massiccio del Monviso, con numerose altre cime superiori ai tremila metri.
  Lunga una cinquantina di chilometri e di forma allungata fino a Casteldelfino (1296 m), la valle a monte dell'abitato assume una morfologia tipicamente alpina e si divide in due biforcazioni che portano rispettivamente al confine con la Francia (Colle dell'agnello) e nel vallone di Bellino, dove la carrozzabile termina nella borgata di Sant'Anna (m.1840). Dalla pianura la vallata si stacca con i primi rilievi dolci ed arrotondati, fittamente ricoperti da boschi. Il fondovalle è quello tipico delle valli glaciali, mentre quasi tutte le valli laterali presentano le caratteristiche di "valli sospese". Numerosi e pittoreschi i laghi, incastonati nei valloni rupestri o tra i boschi di conifere.
  Alla Valle Varaita si accede da Piasco, che dista Km 10 da Saluzzo e 25 da Cuneo.

Vegetazione
  Le caratteristiche ambientali della valle sono determinate dal suo orientamento est-ovest e dalle marcate precipitazioni, soprattutto di carattere nevoso, di poco inferiori a quelle delle vicine Alpi Marittime. Pascoli e praterie fino ad alta quota caratterizzano il versante esposto, mentre estesi boschi ricoprono il versante in ombra. Nella parte bassa la copertura arborea è costituita prevalentemente da associazioni miste di caducifoglie e castagneti. E' molto diffusa la Betulla, che ricopre i versanti esposti.
  Le conifere caratterizzano il tratto montano superiore e sub-alpino della vallata, con estesi boschi a Pino silvestre, molto diffuso fino ai 1600 metri, e lariceti. Poco diffuso l'Abete bianco, mentre il Pino cembro caratterizza la valle Varaita con la più estesa cembreta in purezza delle Alpi (circa 800 ha), che si sviluppa da 1600 a oltre 2500 m sulle pendici dei monti Reisasso, Roccio Russo e Jarea, anticime della Cima delle Lobbie.

Nocciolaia Merlo dal collare

L'avifauna
  Tipicamente alpina, la valle ospita gli uccelli caratteristici dei vari livelli altitudinali montani, con qualche eccezione rappresentata da specie a corologia mediterranea come il Biancone, lo Zigolo nero e l'Ortolano.
  I boschi misti di latifoglie caratterizzano la parte bassa della valle ed il loro sfruttamento determina la predominanza di cedui misti molto chiusi e relativamente poveri dal punto di vista avifaunistico. Le estese coniferete, con il ricco sottobosco e le zone di transizione con le praterie alpine, sono invece ricche della caratteristica avifauna alpina.
  Qui sono ben rappresentati i rapaci forestali e, al limite superiore dei boschi, il Fagiano di monte, mentre risulta scarsamente diffuso il Picchio nero. Tra i passeriformi sono abbastanza comuni il Luì bianco, il Codirosso, la Cincia mora, la Cincia bigia alpestre e la Cincia dal ciuffo, il Rampichino alpestre e il Crociere, mentre sono piuttosto localizzati il Merlo dal collare e la Cesena.
  La Nocciolaia, legata al Pino cembro, raggiunge in valle una delle maggiori densità per il territorio regionale. Tra i fringillidi, l'Organetto e il Venturone sono osservabili al limite superiore della conifereta, oltre il quale si aprono le praterie e le zone rocciose con gli uccelli caratteristici dell'orizzonte alpino, tra i quali la Pernice bianca e la Coturnice e, tra i passeriformi , il Culbianco e il Codirossone.
  Come nelle altre valli alpine, anche in Valle Varaita è frequente l'incontro con l'Aquila reale.
  Un particolare cenno merita la presenza, seppur localizzata, della Cannaiola verdognola, che occupa alla quota di 1.500 metri uno dei siti più elevati riscontrati in regione. Durante il passo primaverile la presenza del Re di quaglie, tradita dall’inconfondibile canto, è stata rilevata in prati da sfalcio ad Ombrellifere della media valle.

Itinerari consigliati

1) Da Sampeire al Colle di Sampeire
  La strada asfaltata per il colle è ben segnalata e parte dal centro del paese da dove risale il versante idrografico destro, permettendo di raggiungere la Valle Maira (Comune di Elva) con un tragitto di una decina di chilometri, interamente su strada bitumata. Dai 980 m. di Sampeire ai 2284 m. dell'omonino colle la strada attraversa fitti boschi di Pino silvestre e Larice e, nella parte alta, si apre sui pascoli e d ambenti rocciosi fino al colle, dal quale si può agevolmente percorrere buona parte del crinale fino al colle della Bicocca (m. 2285). Primavera, ed autunno sono i periodi migliori per osservare la ricca avifauna presente. I piccoli passeriformi sono i più facili da osservare nella risalita al colle, sostando nelle radure e presso le borgate ed ispezionando i valloni ricoperti di rododendri del Rio S.Anna e Cayre. Imbrancati in piccoli stormi già dalla tarda estate, non mancheranno Tordele, Cincie More, Fringuelli, Lucarini, e Crocieri. Il birder esperto saprà certo localizzare il Merlo dal collare, il Codirossone nelle zone rocciose, la Cincia dal ciuffo e l'Organetto. Giunti la colle, Gracchio alpino e Corvo imperiale ci accompagneranno lungo il crinale, interessato in autunno da un cospicuo passaggio di passeriformi migratori.
  

Il Monviso visto dal Colle di Sampeyre Culbianco


2) Il bosco dell'Alevè
  La cembreta è accessibile principalmente dalle borgate di Alboin (Casteldefino), raggiungibile da una rotabile che si stacca dalla provinciale all'altezza dell'ultimo tornante. Attraverso sentieri ben segnalati si può risalire la pineta fino ai pittoreschi lago Secco e Bagnour, a quota 2000 circa. Sono facilmente osservabili la Nocciolaia, con un'alta densità di coppie, e il Crociere. Con un po' di fortuna si potrà assistere alle evoluzioni dell'Astore. Il Picchio muratore raggiunge qui la quota massima di nidificazione a livello regionale.

Pino Cembro Lago Bagnour, Bosco dell'Alevè


  
3) Il vallone di Vallanta
  L'itinerario si sviluppa lungo l'omonimo torrente, costeggiando per il primo tratto il bosco dell'Alevè e portandosi in quota fino alla testata di valle, alle pendici del Monviso, in un ambiente detritico di origine glaciale. In quasi tre ore di cammino è possibile raggiungere il rifugio Gagliardone-Vallanta (m. 2450), partendo dalla Borgata Castello (Pontechianale). Nella parte alta del percorso e oltre il rifugio l'avifauna è quella mirabilmente adattata ad una vita rupicola, tra i detriti delle vallette nivali. Pernice bianca, Sordone e Fringuello alpino sono tra le specie più caratteristiche di questi ambienti.
  

Lariceta Picchio muraiolo
Fringuello alpino Prispolone


4) Da Chianale al colle dell'Agnello
  La borgata di Chianale (m. 1797, Com. di Pontechianale) è un pregevole esempio di architettura alpina del passato, con numerosi elementi religiosi e medioevali ben conservati, ed è l'ultimo abitato a ridosso della testata di valle.
  Nei pingui pascoli a ridosso delle case e nelle praterie che risalgono il versante esposto a sud sono nidificanti l'Averla piccola, lo Zigolo giallo, l'Ortolano, mentre nella lariceta a monte dell'abitato non sarà difficile osservare tra gli altri Cesena, Verzellino e Crociere. Presenti anche il Luì bianco e il Fiorrancino.
  Il Colle dell'Agnello è raggiungibile attraverso la comoda rotabile (non transitabile in inverno) che parte poco oltre Chianale e collega la Valle Varaita alla regione francese dell'Haut Queyras.
  L'itinerario si sviluppa nell'ambiente aperto e rupestre del Vallone dell'Agnello, tra i 2100 m. e i 2748 m del colle. Si percorre prima un'ampia piana pascoliva per giungere, dopo una serie di tornanti, nel ripiano superiore della valle, ricco di rii e chiuso a nord da ripide pareti rocciose. L'ultimo tratto del percorso si sviluppa tra i detriti delle pendici rocciose che scendono dal Pic d'Asti e dal Pan di Zucchero.
  Nella risalita da Chianale incontreremo la Bigiarella, il Beccafico e le ultime Averle piccole. Oltre i 2000 m e fino al colle potremo osservare gli uccelli tipici di questi orizzonti, come il Sordone, il Culbianco, il Codirossone, il Picchio muraiolo e il Fringuello alpino. Tra i numerosi Gracchi alpini non è infrequente il Gracchio Corallino.
  


5) Da Sant'Anna di Bellino al Colle di Vers.
  Oltre l'abitato di Sant'Anna (m.1840), proseguire per circa 500 m sulla carrozzabile non asfaltata, quindi seguire l'itinerario "U 29" posto sulla destra orografica e segnalato su un masso.
  Si risale il selvaggio e suggestivo vallone di Traversagn, tra balze rocciose e pascoli umidi nei quali affiorano numerose sorgenti, per giungere sulla pietraia del tratto terminale che porta al Colle di Vers (m. 2862). Lungo tutto l'itinerario (ore 2,30 di cammino) possiamo godere delle spettacolari veduti sulle creste e sulle cime circostanti, tra le quali spicca imponente il Monviso.
  L'avifauna è quella in parte già descritta nei precedenti itinerari ed anche il Gipeto è stato occasionalmente avvistato.

S.Anna di Bellino Pelvo d'Elva

Per non perdersi…
La Valle Varaita. P. e G.Boggia. Edizioni L'Arciere - Cuneo 1984 (e succ. ediz.).

Consigliato:
Il Monviso e le sue valli. Vol. i, II edizione, Istituto Geografico Centrale.