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Testo di di Albino Gosmar, Renato Lombardo, Roberto Rubbini
Introduzione
La Valle Grana (Alpi Cozie Meridionali, sup. della C.M. ha 23.931) è un bacino montano con posizione piuttosto esterna alla catena alpina tanto da non giungere con la testata allo spartiacque principale (il confine francese). Si sviluppa per una lunghezza di circa 30 Km in direzione Est - Ovest. Essa risulta compresa fra la Valle Maira a nord e la Valle Stura di Demonte a sud.
Come arrivare
Per raggiungere la Valle Grana, arrivando da Torino percorrendo l'autostrada A6 TO-SV, una volta usciti al casello di Marene è sufficiente dirigersi verso Cuneo. Di qui, proseguendo in direzione nord-ovest, si arriva al fondovalle presso l'abitato di Caraglio.
DISTRIBUZIONE DELL'AVIFAUNA
La distribuzione delle specie dell'avifauna della Valle Grana è strettamente correlata alle varie fasce altitudinali e alle caratteristiche vegetazionali delle stesse.
La pianura: L'area pianeggiante che è compresa tra Caraglio e Cervasca (quote poco sopra i 550 m.) si addentra nella valle sin poco oltre Valgrana.
La vegetazione è ascrivibile alla fascia medioeuropea. Nella pianura è rappresentata da vegetazione di greto (striscia arborea-arbustiva riparia), bosco planiziale padano (esigui residui ai margini dei coltivi e tratti lungo i corsi d'acqua) e, in massima parte, aree prative e colturali.
La pianura è pressoché totalmente dominata dai coltivi, mentre sui due versanti vallivi prevale il bosco misto di latifoglie, il querceto di roverella, la pineta di pino silvestre e, soprattutto, il castagneto da frutto. Alle quote elevate, sul versante nord è presente il faggio.
La bassa valle: Settore tra Valgrana e Monterosso Grana, composto da una sottile area pianeggiante lungo il torrente Grana, in cui confluiscono i valloni laterali.
La vegetazione caratteristica è quella della fascia supramediterranea. Collocata tra i 600 e i 1000 m, è composta, specie sul versante sud, da querceti di roverella talvolta mista a bosso e pinete di pino silvestre. Alle quote più elevate, sopra le fasce di castagneto da frutto, sui due versanti c'è la faggeta.
La media valle: Da Monterosso a Campomolino di Castelmagno.
La vegetazione è quella della fascia subatlantica (= piano montano), situata tra i 1000 e i 1700 m. Dal punto di vista vegetazionale siamo nell'areale del faggio (4400 ha di faggeta), con presenza di castagneto alle quote inferiori (comune di Pradleves), tratti di bosco mesofilo di forra e pinete di pino silvestre.
L'alta valle: Da Campomolino alla testata della valle (Colle di Fauniera o Colle del Vallonetto.
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Fino a 1700 m siamo ancora nella fascia subatlantica con aree di faggeta alle quote inferiori, sui versanti ombrosi.
Salendo oltre i 1700 m si arriva alla fascia boreale, con alneto ad ontano verde, rodoreto-vaccinieto, ginepreto nano e soprattutto praterie. E' la zona dei pascoli (prateria subalpina). La fascia più elevata (oltre i 2300 - 2400 m) è la fascia alpica (= piano alpino). Comprende la parte superiore dei valloni del Sibolet, Miniera e Fauniera. Sono i pascoli estremi della prateria alpina. (estratto da G.Paolo Mondino "L'EVOLUZIONE NELL'ULTIMO QUARANTENNIO DELLA VEGETAZIONE IN VALLE GRANA" Riv.Piem. St. Nat, 24, 2003: 67-203 ) |
L'AVIFAUNA
Da quanto sopra scritto si può evincere che, data la grande varietà di ambienti vi siano diverse specie di avifauna.
Passando da circa 550 m di Caraglio agli oltre 2600 m del monte Tibert possiamo riscontrare specie prettamente mediterranee come Gruccione (Merops apiaster), Zigolo nero (Emberiza cirlus), Ortolano (Emberiza hortulana), Biancone (Circaetus gallicus), Assiolo ( Otus scops), Torcicollo (Jynx torquilla) e Succiacapre (Caprimulgus europaeus) e specie tipicamente alpine come il Fringuello alpino (Montifringilla nivalis), il Codirossone (Monticola saxatilis), il Culbianco ( Oenanthe oenanthe), il Gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus) e il Gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax) etc.
Durante il periodo migratorio, lungo il torrente Grana si possono osservare diverse specie di Passeriformi come la Balia nera (Ficedula hypoleuca), Luì verde (Phylloscopus sibilatrix) etc.; limicoli come il Cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus), il Chiurlo (Numenius arquata), Piro piro culbianco (Tringa ochropus) e rapaci come il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) e il Nibbio bruno (Milvus migrans). Questi ultimi, risalendo la valle, transitano attraverso il passo dell'Ortiga in Valle Stura, punto di notevole passaggio anche per i Passeriformi.
GLI HOT SPOT:
1- Cave lungo il Torrente Grana: ad Est di Caraglio lungo il torrente ricco di ghiaioni, stagni e boschetti riparali è possibile osservare con una certa regolarità il Gruccione. In quel tratto sono state censite negli anni passati 78 specie di cui cinque notturne (compresi i migratori). E' facile osservare in zona d'estate Rigogoli (Oriolus oriolus) e Upupe (Upupa epops).
2 - Collina del Castello a Caraglio: grazie ad un incontro di ambienti diversi (bosco misto di latifoglie e zone prative e cespugliose (ambiente secco) si possono incontrare diverse specie sia estivanti che svernanti. (Attualmente censite 66 specie). Di caratteristico si è riscontrato lo svernamento della Capinera (Sylvia atricapilla) e una alta densità di Torcicolli.
3 - Comune di Montemale: grazie alla grande varietà nella composizione boschiva è possibile contattare sei specie di Paridi in pochi chilometri.
4 - Valverde: Vallata che da Monterosso Grana porta al Colle dell'Ortiga, punto di interessante passo migratorio e stazione di cattura e di inanellamento nel Progetto Alpi, focalizzato sulla migrazione post-riproduttiva dei Passeriformi. Interessante l'osservazione del Biancone, osservabile spesso in caccia lungo i pendii esposti a sud.
5 - Vallone del Gerbido: Vallone laterale che parte dal centro di Pradleves salendo a destra in cui sono presenti numerosissimi bossi e che creano un ambiente particolarmente suggestivo dove si riscontrano le comuni specie boschive e cespugliose.
6 - Comune di Castelmagno: interessante la presenza di una grande colonia di Balestrucci sotto i portici del Santuario e la nidificazione della Rondine a quota elevata (m 1700 s.l.m.).
7 - Colle Fauniera di Castelmagno: oltre ad essere una zona interessante dal punto di vista geologico è di grande valenza paesaggistica ed ornitologica con la presenza di colonie di Gracchi alpini e corallini, Fringuelli alpini, Codirossoni, Culbianchi, Spioncelli comunemente nidificanti. Frequenti le osservazioni di Aquila reale, Biancone ed altri rapaci.
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Codirossone | ![]() |
Fringuello alpino |
Albino Gosmar
Renato Lombardo
Roberto Rubbini