Alzi la mano chi non ha mai avuto un incontro con un uccello in difficoltà o ferito!
In primavera è facile imbattersi nei pulli caduti dal nido ai loro primi tentativi di volo. In inverno è possibile trovare lungo le strade uccelli traumatizzati da impatti con le auto. Infatti, la carenza di cibo nella stagione fredda spinge soprattutto i predatori a sorvegliare le vie asfaltate nella speranza di ritrovare qualche carcassa di animale o, comunque, prede in difficoltà. Le strade costituiscono una fonte di prezioso alimento anche per i passeriformi e i columbiformi: pensate agli autoveicoli che trasportano granaglie e che spesso “seminano” sul loro percorso preziosi cereali.
Ultimamente, inoltre, si crede che l’eccessiva presenza di parassiti nell’organismo provochi una debolezza e una scarsa efficienza nella caccia per cui gli animali cercano cibo dove è più facile per loro reperirlo.
Purtroppo nei loro tentativi gli uccelli vengono investiti dai veicoli circolanti, subendone gravi conseguenze. Allora il dilemma ci assale, essendo tentati di salvare queste creature, su quale atteggiamento assumere nei loro confronti.
Portarsi l’animaletto a casa per tentare di guarirlo è sicuramente quello più errato. Le possibilità di successo sono veramente scarse anche per chi ha un minimo di conoscenza sull’alimentazione da impartirgli. Se anche riuscissimo a guarirlo, non cedendo alla inaugurabile tentazione di “addomesticarlo”, occorre poi saperlo reintrodurlo in un habitat adeguato, altrimenti avrebbe pochissime speranze di sopravvivere anche se sano. Del resto la Legge Regionale 70 del 4 settembre 1996 obbliga chiunque si trovi nella disponibilità di fauna selvatica viva o morta, o di parti di essa, a farne consegna entro ventiquattro ore al Comune di residenza o a quello in cui e' avvenuto il fatto oppure alla Provincia competente per territorio. Infatti la stessa Legge ha previsto l’istituzione dei cosiddetti Centri di Recupero di fauna selvatica in cui l’animale in difficoltà troverà strutture adeguate e personale specializzato per l’accoglienza, la cura e la reintroduzione in natura dello stesso. A volte, inoltre, la manipolazione dell’animale, se effettuata senza l’adeguata esperienza, potrebbe essere pericolosa per esso e per se stessi: gli artigli dei rapaci sono spesso armi pericolose anche per noi! Meglio, quindi, in questo caso rivolgersi a qualcuno che sappia adottare le adeguate misure di contenimento, come il personale che la Provincia ha individuato per il recupero.
La Provincia di Cuneo ha due Centri di Recupero di riferimento:
- il Centro Cicogne e Anatidi di via Stramiano 30, Racconigi (CN), telefax 0172.83457 specializzato in uccelli selvatici
- il Centro Recupero animali selvatici di Cuneo, via Alpi 25, 12010 Bernezzo (CN), telefax 0171.82305, cel. 3285325296
Rivolgersi prima ai Comuni competenti o alle Guardie Venatorie dell'Assessorato Caccia e Pesca della Provincia, tel. 0171.64539.
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Voliere di riabilitazione |
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Gufo reale rinvenuto ferito |
Qualora vi sia possibile, per il contenimento ed il trasporto di animali di piccole e medie dimensioni è indicata una scatola di cartone con alcuni fori per l’aerazioni praticati sui fianchi: l’animale resterà così al buio, in una struttura solida in cui non correrà il rischio di subire ulteriori danni.
Al Centro di recupero verrete accolti da personale specializzato che è autorizzato dall’Amministrazione provinciale al ritiro dell’animale: verrete, quindi, invitati alla compilazione del registro di carico/scarico, dove saranno annotati alcuni dati anamnestici riferiti al ritrovamento dell’animale ed inoltre vi sarà richiesto di compilare una sezione con i vostri dati personali, al cui termine dovrete apporre la firma.
A questo punto l’animale è preso in carico dal Centro di recupero: esso verrà sottoposto alla visita clinica da parte del veterinario competente così da assicurare un’adeguata cura e degenza in strutture apposite. Al termine del periodo di riabilitazione, il Centro, previo avviso inoltrato alle Guardie della Provincia, provvederà al rilascio dell’animale, tramite apertura delle strutture in cui l’animale è stato ricoverato: in questo modo è garantita una “liberazione dolce” e l’animale deciderà quando lasciare la struttura dove, comunque, troverà sempre a disposizione una fonte alimentare sicura.
Proprio per le ragioni esposte, i Centri recupero non sono visitabili da parte del pubblico, per assicurare una corretta gestione della fauna selvatica che non deve subire eccessivi stress o disturbi. In ogni caso, sarà possibile chiedere informazioni sul recupero di animali consegnati, telefonando ai recapiti sopra indicati, rammentando che nei Centri lavorano molti volontari che dedicano tempo e pazienza a questa importante attività.
Bene! Adesso sappiamo come comportarci nei confronti degli uccelli in difficoltà. Ma la nostra opera sarebbe più completa se riuscissimo a divulgare questa corretta interazione con gli animali selvatici soprattutto nelle scuole. I bambini sono fruitori e futuri gestori della natura: aiutiamoli a crescere nel rispetto di essa!
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